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Martedì 19 Maggio 2009
«Se costa troppo si cambi, ma subito»
Caso tangenziale, allarme della Provincia sui tempi del secondo lotto. Bruni sta con Formigoni. Gaffuri all’attacco
La stroncatura del secondo lotto della tangenziale di Como (da Albate ad Albese) da parte del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, perché «troppo costoso» (dai 476 milioni del progetto preliminare agli 859 del progetto definitivo) e, quindi, «da rivedere» è rimbalzata ieri a Palazzo Cernezzi e a Villa Saporiti.
Il sindaco, Stefano Bruni, sposa la linea del Governatore, mentre il numero uno della Provincia Leonardo Carioni rivendica che il secondo lotto si realizzi perché prioritario e perché senza non avrebbe efficacia nemmeno il primo. Durissimo, invece, il consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri. «La preoccupazione di Como è sul primo lotto (dallo svincolo della A9 ad Albate, ndr) - ha detto Bruni - un’opera assolutamente vitale con cui verrà eliminato il traffico di attraversamento che oggi si scarica sulla città; e le dichiarazioni del presidente sullo stato di avanzamento di questa prima tratta (lavori al via «entro marzo», ndr) interamente finanziata e inserita nel progetto definitivo della Pedemontana, ci lasciano molto soddisfatti». Sul secondo tratto, il sindaco si allinea a quanto dice il suo referente regionale: «Allo stesso modo sono condivisibili i problemi sul secondo lotto della tangenziale nei termini in cui li pone il governatore, non si può non tener conto delle esigenze di sostenibilità finanziaria dell’opera complessiva. Dunque bisogna procedere in fretta alla sua revisione; vigileremo affinché questa correzione progettuale non si traduca in un rallentamento della procedura».
Perentorio, invece, il leghista Carioni che da tempo definisce prioritaria e necessaria la tangenziale nel suo complesso. «Prendo atto - ha dichiarato ieri - che il presidente Formigoni ha valutato eccessivamente costoso il progetto definitivo del secondo lotto. Dico che è stato fatto un progetto definitivo, costato determinati soldi, il cui iter procedurale è stato seguito in primis dalla Regione. Ora, se la Regione dice che costa troppo, trovi una soluzione alternativa che costi meno e che abbia gli stessi effetti sul traffico. L’importante è avere la garanzia che ci sia il progetto definitivo in tempi brevi. Come presidente della Provincia di Como rivendico per il mio territorio anche il secondo lotto della tangenziale. Se da Milano dicono che così non va bene, indichino la strada per un altro, ma in tempi certi e brevi».
Durissimo Gaffuri: «Come è stato detto nella conferenza di presentazione del progetto alla fine di aprile, l’aumento è dovuto al fatto che l’ultima galleria delle tre che verrebbero a costituire il secondo lotto deve essere costruita con particolari accorgimenti poiché attraversa, alle spalle di Montorfano, la zona delle falde collegate al lago. Il secondo lotto progettato in galleria costa molto, ma come si pensa di abbatterne i costi? Facendo passare la nuova tangenziale di Como in superficie e quindi ad Albate, nelle zone del Piano e della Valbasca, a Lipomo, Montorfano e Tavernerio?».
Il consigliere del Pd ha fatto anche notare che «con la presentazione del progetto definitivo sono scattate le procedure per l’apposizione dei vincoli finalizzati all’esproprio sulle proprietà che si trovano lungo il tracciato: oggi le dichiarazioni di Formigoni, invece di fornire certezze, aumentano ancora di più i dubbi». Infine: «Non si capisce però perché Formigoni ritenga che 750 milioni per due tangenziali siano un’enormità e invece spenda 400 milioni per la realizzazione della nuova sede della Regione, cioè un solo palazzo in centro a Milano».
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