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Giovedì 21 Maggio 2009
Un altro doppio incarico
E la Gdf sequestra le mail
Gandola nel cda di Cispel, che gestì la vendita. Ieri nuovo blitz in Spt
Le mail ricostruiscono lo scambio a tratti febbrile di comunicazioni tra lo stesso presidente, la Basco srl di Olgiate Comasco (la società che si sarebbe poi aggiudicata il ramo noleggi Spt) e Cispel Lombardia (emanazione di Confservizi) società cui era stato affidato l’incarico di gestire la cessione degli autobus turistici e che i comaschi ricorderanno peraltro piuttosto bene, visto che si tratta della stessa srl che nel quinquennio 1995 - 2000 condusse l’operazione «Metro quadro uguale per tutti», su incarico dell’allora assessore alle Finanze Stefano Bruni.
Sul contenuto delle mail filtrano pochi dettagli: alcune riguarderebbero il presunto ritardo con cui Rampinini manifestò il proprio interessamento per l’acquisto del ramo d’azienda. Nel faldone di documenti acquisiti c’è la copia di un messaggio che Gandola invia a Cispel per domandare delucidazioni sulla procedura da adottare di fronte alla richiesta inoltrata oltre i termini, cui lui aveva in ogni caso già risposto con un classico «le faremo sapere». Attorno a Cispel ruota comunque l’ennesimo interrogativo di una vicenda che ne contempla già moltissimi. Nel cda della srl - accanto al presidente Delio Todeschini, di Pavia, e al suo vice Roberto Colombo, milanese - siede dal settembre 2007 proprio il nostro, Gian Andrea Gandola, qui nella duplice veste di committente e acquirente. È uno dei tanti incroci pericolosi di questa vicenda, che si assomma alle altre questioni al vaglio della Procura. Non sono poche. Ricostruendo:la cessione del ramo d’azienda di Spt - 12 pullman e sei posti di lavoro - risale al 9 dicembre del 2008 quando la gara, annullata la richiesta di Rampinini e esclusa la domanda della luganese Tilink, viene aggiudicata alla Basco di Olgiate, che la spunta con una offerta di 401mila euro. A destare le maggiori perplessità è il fatto che dalla aggiudicazione del ramo d’azienda derivi la costituzione di una nuova srl ribattezzata Spt (cioè società privata trasporti) di cui Gandola diventa immediatamente direttore. È un epilogo inconsueto che, a posteriori, alimenta ulteriori dubbi sulle modalità di conduzione dell’asta. Per esempio gli autobus. Gandola non dispose mai una perizia che chiarisse il valore del parco mezzi, delle licenze, del logo, in definitiva di un pacchetto sul cui prezzo reale non vi sono certezze, neppure oggi ad affare concluso. Ancora: l’annuncio del bando di vendita. Fu pubblicato su un solo quotidiano, il <Tempo> di Roma, che nelle edicole del Comasco ha la medesima diffusione di un foglio clandestino. Non si capisce allora perché mai l’avere sede legale in provincia rappresentasse un titolo preferenziale per l’acquisto.
Il quadro si completa con ulteriori dettagli, emersi negli ultimi giorni. Due su tutti: il primo è quello relativo ai pagamenti. In pratica la Basco non ha ancora versato un centesimo. Tra aprile e l’inizio di maggio avrebbe dovuto onorare due rate, per complessivi 50mila euro, che però in via Moro non risultano ancora incassate. Il secondo:tra gli omissis della documentazione che lo stesso Gandola aveva sottoposto all’attenzione della commissione consigliare di Palazzo Cernezzi, uno riguardava la proposta, sua, di dividere il 5% dei proventi della vendita tra tutti i membri del cda di Spt. Le ipotesi di reato su cui lavora la Procura sono peculato e abuso d’ufficio.
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