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Sabato 30 Maggio 2009
L’abito non fa il monaco
Spuntano pure le ciabatte
Brunetta chiede giacca e cravatta, ma negli uffici lariani non si vedono
L’assessore difende i dipendenti: decoro garantito, conta la gentilezza
«Lei si può permettere anche il Pos, l’apparecchio per far pagare con bancomat i diritti doganali alla gente. Noi siamo costretti a mandarla al primo sportello bancario per fare il prelievo e poi farla tornar qui a pagare», mastica amaro una funzionaria doganale comasca. Che vuol dire? «Vuol dire che il ministro Brunetta vuol mettere tutti i dipendenti pubblici in giacca e cravatta e le dipendenti in tailleur o magari in tubino o magari in grembiule - spiega - Se ci regala lui l’abbigliamento, gradiremmo. Ancora di più se ci regala un Pos».
È qui che "si fa l’immagine dell’Italia o si muore". Qui sull’unica frontiera terrestre dell’Europa dei 27 c’è la prima prova Brunetta: come si vestono i dipendenti dell’amministrazione doganale e si vestirebbero con il look ministeriale?
«Jeans e camicia non van più bene? O forse ci vuole il jeans griffato da 300 euro?», ironizza il funzionario al quale si prospettano dieci visite sui camion carichi di merce e di asfalto macinato sulle strade d’Europa. Una volta, i funzionari doganali avevano la divisa blu, era bellissima e a qualcuno è rimasta la nostalgia. Adesso, il codice interno di comportamento parla di “abiti decorosi”. L’abito fa il dipendente pubblico? «Proprio un’ora fa, ho notato che una dipendente era in ciabatte», osserva Anna Veronelli, l’assessore comunale che con il suo progetto sui tempi della città ha modificato le rigidità degli orari dei pubblici uffici. «E allora? Mi sono detta che anch’io porto le ciabatte, è cambiato il modo di vestire – riprende l’assessore – ero giusto all’ufficio anagrafe, stavo aspettando un certificato, esce una coppia e lei dice a lui: però, è sempre tanto gentile, questa impiegata. Ecco che cosa vale, che cosa fa la differenza: il modo di trattare con il pubblico». E c’è un bell’andirivieni di pubblico, all’ufficio anagrafe di Palazzo Cernezzi. Nessun funzionario è in giacca e cravatta e tantomeno in tailleur. «Ieri, dentro qua c’erano dieci gradi. Ancora una volta, l’impianto di condizionamento è andato in tilt», dice un dipendente. Come dire, il look del pubblico dipendente dipende dall’ambiente? È difficile che a Palazzo Cernezzi qualcuno si presenti trasandato, c’è chi si veste classico, chi casual, ma nessuno, spiegano, si presenta in stile balneare o in stile è qui la festa. «Nessuno si vergogna a presentarsi al pubblico», è la conclusione. «Ma il pubblico dipendente dev’essere riconoscibile, nelle funzioni, nelle responsabilità e nell’immagine - teorizza l’assessore all’ecologia, Diego Peverelli - se avessero la divisa, non andrebbero al bar, perché sarebbero riconosciuti come dipendenti fuori stanza».
«Divisa? - chiede un funzionario della prefettura - Giacca e cravatta? Obbediamo, basta che lo Stato ci eroghi un bonus abbigliamento. Come facevano, credo, con i dipendenti bancari. Come i titolari di concessionaria d’auto forniscono la tuta ai dipendenti». Magari con il proprio marchio o quello dello sponsor? «Magari avessimo stipendi che ci permettono di essere testimonial del top del made in Italy, pure dietro a certi sportelli», sospira il funzionario.
E sospirò anche il direttore di un ufficio pubblico, sospirò tre volte prima di dire all’impiegata di non presentarsi con i jeans strappati. Chi sarà stato, quell’uomo?
Non lo sanno di certo all’Agenzia dell’Entrate, dove, a dir la verità, non hanno neppure il tempo di guardare al look di nessuno, neanche all’utente dalla schiena nuda, per non parlar del davanzale, sotto pressione come sono in tempi di Unico. Qui, come ovunque, solo gli alti dirigenti sono in giacca e cravatta. Gli impiegati sono in pantaloni e camicia, pantaloni e polo in colori assortiti e le impiegate dicono che «non esiste proprio, tra noi, il look da top model. Esistono l’atteggiamento e il comportamento dignitoso». Esce un funzionario: «A quando - chiede - ci sarà imposto il taglio dei capelli con la sfumatura alta?».
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