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Lunedì 01 Giugno 2009
Casa per bimbi maltrattati:
«Pronti, ma serve un aiuto»
Il progetto della onlus «La Mano Tesa» della comasca Susi Marzi
Susi Marzi è comasca, ma ha vissuto per 25 anni in Francia e solo recentemente è tornata con il sogno di realizzare anche a Como un’opera per accogliere i bambini maltrattati. E’ stata assistente alla direzione alla Fisac, poi negli anni ’80 si è trasferita in Francia dove ha svolto inizialmente lavori in grandi aziende e poi si è impegnata nel campo delle associazioni per la protezione e difesa dei giovani e fanciulli maltratti, diventando punto di riferimento anche del Consiglio Generale des Hauts de Seine e del Tribunale dei minori come educatore specializzato. «Sono tornata a Como dopo tanti anni e pochi mi conoscono, per questo ho bisogno di garanti. Ma assicuro che il progetto è concreto e si fonda su solide basi mediche e scientifiche».
Tornando in città Susi Marzi ha costituito la onlus "La Mano Tesa", che ha sede in via Recchi (tel. 3317537122, sito internet www.lamanotesa.com), con l’obiettivo specifico di aprire la Casa accoglienza per bambini maltratti, da accogliere, accompagnare e reinserire nella società.
"La Mano Tesa" è ovviamente una cooperativa senza scopo di lucro, che si prefigge come fine "aiutare, accompagnare, sostenere, circondare, integrare, valorizzare, ascoltare, intervenire e accogliere i minori vittime di maltrattamenti o negligenze gravi, affetti da patologie psichiatriche, psichiatriche dipendenze, ritardi intellettuali importanti, al fine di accompagnarli al meglio verso l’età adulta".
La Casa accoglienza sarà in grado di ospitare e seguire costantemente, grazie a una selezionata équipe di specialisti, ragazzi tra i 10 e i 18 anni che saranno affidati dal Tribunale dei minori, dai giudici e dai Comuni. Nella Casa i minori saranno accolti e accompagnati nel percorso di crescita. «La prima difficoltà - spiega Susi Marzi - è fargli capire che non hanno alcuna colpa. Che devono recuperare l’immagine di se stessi. Molto spesso un bambino che è maltrattato si rende inaccettabile perché è inconcepibile per lui essere amato, essere degno di amore visto che i suoi stessi genitori non lo hanno ritenuto degno di amore. Bisogna fargli capire che sono bambini normali, come gli altri, che hanno gli stessi diritti degli altri. Magari non si possono salvare tutti i bambini, ma siamo obbligati a proporre loro un’alternativa e aiutarli».
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