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Venerdì 12 Giugno 2009
Spt, ora è Bruni nella bufera:
«Dimissioni non depositate»
Mascetti (Cpt): «Ci ha preso in giro, Robba, Bongiasca e Gandola ancora in carica»
Grana politica con la Lega. Carioni: «Non ho parole, credevo fosse tutto azzerato»
Ieri, però, è esplosa la polemica. Clamorosa. Secondo il Cpt il cda non sarebbe affatto decaduto al punto che si è riunito (con Gandola, Bongiasca e Robba) il 9 giugno approvando il bilancio. «Da quanto apprendiamo - tuona il presidente del Cpt Alberto Mascetti - le dimissioni di Bongiasca e Robba non sono state depositate in Spt e, quindi, il cda è ancora in carica e non è mai decaduto. Sono esterrefatto dal comportamento del sindaco di Como che ha permesso all’attuale presidente dei Spt di procedere e quindi di fatto ha smentito quanto da lui proposto e sottoscritto precedentemente. Sono stato, come socio, preso in giro dal sindaco Bruni poiché credevo che Robba e Bongiasca si fossero dimessi esattamente come i due rappresentanti del Cpt, ma così non è stato. Il cda ha approvato il bilancio il 9 giugno e i miei due rappresentanti avrebbero dovuto essere convocati per l’ordinaria amministrazione, ma non è stato fatto. Ho soltanto ricevuto una comunicazione a posteriori che mi comunicava il via libera al bilancio da parte del consiglio di amministrazione. Quello stesso che tutti credevano decaduto». E adesso? «Per prima cosa - ha concluso Mascetti - mi aspetto che Bruni faccia effettivamente dimettere Robba e Bongiasca, come aveva annunciato e chiesto lui stesso».
In pratica senza le dimissioni dei due rappresentanti del Comune il consiglio di amministrazione sarebbe in carica a tutti gli effetti poiché il presidente Gianandra Gandola non si è mai dimesso. Questo significa che con tre componenti su cinque non dimissionari il cda può riunirsi e deliberare. Da chiarire, se confermato, il perché quelle dimissioni non siano arrivate alla Spt holding, come è avvenuto per i due rappresentanti del Cpt che non sono più in carica dal 25 maggio scorso.
Il presidente della Provincia, Leonardo Carioni, ha fatto solo una dichiarazione stringata: «Non ho parole - ha detto ieri - perché dalle notizie che avevo e che aveva anche la stampa erano avvenute le dimissioni di tutti i consiglieri. Quello che apprendo oggi mi lascia basito».
La vicenda rischia comunque di avere ripercussioni politiche che si vanno a legare anche alle nomine di Asf definite «illegittime» dalle minoranze e pure dalla Lega poiché il cda era decaduto. Se così non fosse, però, quelle nomine - che avevano indicato alla presidenza un tecnico, il dirigente del Comune Antonio Viola, non accogliendo il nome di Paolo Colombo, indicato dal Carroccio (a cui spetta il presidente) - sarebbero valide a tutti gli effetti. Sotto il profilo strettamente tecnico sembra essere tutto regolare e la grana si profila tutta politica.
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