San Donnino e Finanza
si può comprare

Il Demanio disposto a cedere il Comune e i due uffici. Rallo: potrebbe essere la città dell'arte

Nel centro storico si prospettano nuovi scenari urbanistici. Il demanio vuole alienare due importanti proprietà situate in piena città murata. Si tratta dell’ex carcere di San Donnino, in via Diaz, e dell’ex sede della Guardia di Finanza in via Volta. A darne l’annuncio è stato l’assessore all’Urbanistica, Roberto Rallo: «Il demanio ha contattato il Comune per rendere nota l’intenzione di vendere questi due complessi immobiliari. C’è già stato un incontro per discuterne, ora l’amministrazione comunale dovrà decidere cosa fare, se acquisirli oppure no». Il dibattito sulla destinazione d’uso degli edifici in questione è aperto. Ma mentre per l’ex sede della Finanza è tutto da discutere, sull’edificio del carcere di San Donnino se ne parla da tanto tempo ed esistono già varie ipotesi. Una in particolare, visto che è attiguo alla sede della pinacoteca civica di palazzo Volpi. «La prima cosa che a chiunque verrebbe da pensare - ha commentato l’assessore Rallo - è la possibilità di ampliare la Pinacoteca. Questa è solo una idea. Quello che conta, però, è che ci viene offerta l’occasione di pensare e ripensare anche alcuni spazi all’interno della città murata. Abbiamo il dovere di valutare attentamente le possibilità che si profilano all’orizzonte».
Il vecchio carcere, come detto, si trova in via Diaz a fianco della pinacoteca. È stato dismesso nel 1985 quando è stato costruito ad Albate, in un’area verde in periferia, il carcere del Bassone. Da allora si pone la questione dello spazio inutilizzato di San Donnino, rimasto con tutta la sua austera parvenza di carcere. Che farne? Finora il dibattito è stato sterile, poiché la proprietà non era del Comune di Como. Ma ora che per Palazzo Cernezzi si prospetta la possibilità di entrarne in possesso, sembra giusto tornare a parlarne in modo più approfondito. L’assessore alla Cultura, Sergio Gaddi, sposa in pieno l’idea del collega all’Urbanistica: «L’ex carcere è in effetti la naturale prosecuzione della pinacoteca. Se fosse possibile rilevarne la proprietà sarebbe un’occasione da non perdere. Potrebbe consentire un ampliamento e un rilancio anche in termini strutturali caratterizzando ancora di più il centro storico con l’identità culturale che gli appartiene. Questo ampliamento ci consentirebbe anche di allestire il vero museo del contemporaneo, dando spazio alla sistemazione permanente di Terragni e Sant’Elia. Visto che non riusciamo a fare acquisizione di opere cerchiamo almeno di fare acquisizione di spazi».
Quel che è certo, per ora, è che il demanio ha fatto la sua proposta. Ha chiesto al Comune se è interessato ad acquisire i due beni immobili nel cuore della città murata. Ora la palla passa all’amministrazione comunale che dovrà confrontarsi sul tema e capire se e quanto conviene rilevare le due proprietà. Ma soprattutto dovrà valutare le finalità dell’acquisizione. Qualcuno, ad oggi, sembra avere le idee molto chiare sulla destinazione dell’ex carcere. Ma il dibattito è aperto alle più svariate proposte.

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