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Giovedì 18 Giugno 2009
Un kebab in salsa italiana
No alle deroghe, sì al cavillo
L’interpretazione della legge dà speranze a chi vende panini di notte
Dal Comune di Como nessuna deroga alla legge regionale ribattezzata “anti kebab”, che vieta ai laboratori artigianali (pasticcerie, pizzeria d’asporto, focaccerie ecc.) di vendere i loro prodotti dopo l’una di notte. Nelle scorse settimane alcuni esercenti avevano tuonato contro i controlli dei vigili che avevano eseguito un blitz nel week end arrivando anche ad elevare due multe in due serate distinte al “Forno” di via Borgovico. Il titolare Roberto Lo Fiego e Calogero Sciarabba del Nico Rico’s di viale Lecco erano arrivati ad incatenarsi all’ingresso del Comune per chiedere le deroghe al sindaco Stefano Bruni e potere continuare così a vendere durante la notte. Tuttavia l’interpretazione della legge potrebbe rivelarsi dalla loro parte.
NESSUNA ORDINANZA Ma procediamo con ordine. La decisione di non firmare alcuna ordinanza per le deroghe è stata presa ieri dal sindaco dopo la riunione di giunta in cui l’assessore alle Attività produttive, Maurizio Faverio, ha presentato la relazione tecnica sull’interpretazione della legge e la possibilità di concedere eventuali deroghe orarie. “Emerge con evidenza che non è possibile operare deroghe sulle singole attività e che dunque i criteri dovranno essere applicati in via generale – ha precisato l’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi –. Inoltre la norma prevede che vi sia equilibrio tra i reciproci interessi di artigiani, gestori di locali e residenti per i quali è esplicitamente prevista la tutela della “vivibilità urbana”.
L’INTERPRETAZIONE “Dal confronto con la Regione è emerso che la legge si applicherebbe soltanto alle attività artigianali attrezzate per il “consumo immediato” delle merci prodotte e vendute nel locale, il che vuol dire – ha concluso l’ufficio stampa – che se esiste un solo bancone di vendita, non viene venduto altro prodotto non artigianale e il cliente compra la merce propria per poi consumarla all’esterno, non si applica la legge e vale la norma che non prevede alcuna limitazione oraria per la vendita”. A rigor di logica, anche se è ancora da verificare, attività come il forno di via Borgovico potrebbero continuare a svolgere il loro lavoro come in passato, cioè vendendo.
Bruni ha spiegato: “Sarà l’equilibrio tra questi interessi a definire le deroghe anche se quanto chiarito in sede di applicazione limita molto il campo di azione. Aspettiamo che la Regione ora esprima per iscritto tale interpretazione e quindi prenderemo la decisione finale”.
GLI INTERESSATI L’assessore al Commercio Etta Sosio è ottimista e confida nella possibilità che gli operatori artigianali che vendono alimenti in città possano continuare a svolgere la loro attività: “Se i locali non sono arredati per la somministrazione al pubblico non sono soggetti alla legge. Questa è l’interpretazione che è emersa. Se questo venisse confermato esercizi come il forno di via Borgovico non avranno più nulla da temere. Quanto alle multe elevate dai vigili dovranno essere i titolari degli esercizi a decidere cosa fare e se chiederne l’annullamento”.
Le attività sul territorio comunale che sono soggette alla legge Anti-kebab sono in tutto un centinao. Nel dettaglio: 39 panifici, 38 pizzerie e piadinerie, 27 pasticcerie e gelaterie e 6 gastronomie e rosticcerie.
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