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Mercoledì 24 Giugno 2009
Cattaneo: nuovo tracciato
per la tangenziale di Como
L'assessore regionale promette: non favorirò Varese, significherebbe mettere Como su un binario morto
Partiamo dal 4 marzo e dal verbale in cui si voleva dare priorità a Varese. Perché?
La lettura è decontestualizzata. Lì era emerso da una parte, come detto da Castelli, il guaio dei finanziamenti e, dall’altra, quello tecnico sollevato da Carioni. Infine arrivò l’indicazione di Castelli che si sarebbe potuto reperire la quota per Varese. Ma la Regione nei suoi atti formali non lo ha mai chiesto. Se avessi voluto essere sleale la strada era spianata: avrei potuto mandare tutto a Roma e farlo bocciare.
Como, quel 4 marzo, rappresentata dall’assessore Mina, non ha sollevato perplessità?
La posizione di Como è scritta nel verbale (quindi la risposta è no, ndr).
La Regione ha chiesto di «differire» il secondo lotto di Como perché troppo costoso. Come si può spiegare ai comaschi che dieci anni fa 9 km erano una «priorità nazionale» e che oggi bisogna accontentarsi di 2.4 km?
Non ho cambiato idea. I due lotti restano una priorità regionale e nazionale, ma giro la domanda ai comaschi, che considero persone avvedute. Avremmo ottenuto risorse presentando al Cipe un progetto tanto costoso? Se l’obiettivo era farsi dire no da Roma bastava saperlo. Sarebbe stato più facile. Il secondo lotto rimane una priorità, ma in questo momento lo è meno di altre. Penso all’alta velocità, ecc. Bisogna fare i conti con la realtà. Insisto e sono convinto che, come nel judo, si possa passare da una posizione di debolezza a una di forza. Anzichè i 9 km ragioniamo sulla connessione Varese-Como-Lecco, che ha più traffico e copre un territorio maggiore.
A cosa serve il 1° lotto senza il 2° che lascia senza soluzione i nodi dell’Oltrecolle, Lipomo, Tavernerio e le direzioni verso Bergamo e Lecco?
Di certo la variante di Villa Guardia, il primo lotto e il collegamento fino al viadotto hanno una funzione trasportistica importante. Non è sufficiente da sola, ma contribuirà. Non deve restare solo il primo lotto, che non sarebbe la tangenziale di Como.
Ma guardando la cartina, da dove dovrebbe passare il nuovo secondo lotto?
Bisogna verificare se si può collegare al primo lotto. Proseguire dall’Acquanegra verso un altro tracciato. Solo se questa soluzione si rivelerà impraticabile si potrà pensare a un’alternativa progettuale.
Chi deve studiare il tracciato?
Pedemontana con il supporto di Cal. Ha tutti gli elementi di conoscenza del territorio.
E che tempi ci sono?
Lo studio della Va-Co- Lc verrà presto presentato.
Ma in quello studio il secondo lotto è una parte integrante del collegamento. Quindi?
Sì, quello studio si basava dell’ipotesi del secondo lotto così com’è e andrà rivisto. L’ipotesi di partenza della Va-Co-Lc era di realizzarla attaccandosi ai due lotti della tangenziale. A questo punto si dovrà valutare una soluzione con un tracciato differente. Entro fine anno avremo fatto tutti gli approfondimenti necessari per valutare se proseguire con una soluzione alternativa o tornare su quella originaria. Il 10 marzo partiremo con i cantieri del primo lotto, ma potremmo anticipare. Politicamente mi impegno ad arrivare alla posa della prima pietra del primo lotto con una soluzione condivisa sul secondo.
E l’ipotesi di realizzare il secondo lotto attuale con le gallerie a una sola canna?
Resta l’ipotesi B. Se non dovessimo trovare una soluzione con un tracciato differente ci sarebbe questa possibilità, che è scritta nella delibera regionale. Il limite di una galleria a due sensi anziché a uno è quello di avere comunque costi importanti per l’impiantistica e la sicurezza. Parliamo di almeno 600-650 milioni di euro. Importo per cui bisognerà prevedere modalità di finanziamento. I comaschi vogliono una una galleria pedaggiata a doppio senso di marcia?
Ma quanto costa la Va-Co-Lc?
Al momento non c’è un dato sufficientemente affidabile poiché siamo nella fase dello studio di fattibilità. L’ordine di grandezza è comunque più basso del secondo lotto.
Ma non c’è il rischio che poi, a conti fatti, costi di più?
È un rischio che c’è e va minimizzato solo con l’attenzione. Con l’esperienza i soggetti coinvolti sanno che certi errori è meglio non ripeterli.
Perché, se si sapeva che i costi stavano crescendo così tanto non si è cambiato in corsa studiando un’alternativa?
Non so quando si è accorta Pedemontana. So con certezza quando si è accorta Cal. Il 28 febbraio. Nelle riunioni, fino al 4 marzo, non erano emerse criticità economiche sul 2° lotto, ma tecniche. Poi i problemi economici sono diventati progressivamente evidenti. E da un importo abbordabile di 70 milioni al km è schizzato fino a 130.
Non differire il 2°lotto significherebbe la bocciatura di tutta la Pedemontana?
Nella migliore delle ipotesi il Cipe approverebbe l’esecuzione dell’opera escludendo il secondo lotto di Como e quello di Varese.
E nella peggiore si bloccherebbe tutta la Pedemontana?
Sì. Ma è talmente importante che non faremo finta di nulla. Personalmente sono pronto a incatenarmi a Palazzo Chigi perché la Pedemontana deve partire.
Nel protocollo di intesa del ’99 si dice che la tangenziale di Como è la tratta su cui ricade la concessione. Se si dovesse realizzare solo il primo lotto (2.4 km) è ancora valida?
Se portiamo il ragionamento all’estremo vale di più per il tratto varesino, dove il secondo lotto ha come caposaldo il Gaggiolo, che era il terminale e, da un punto di vista giuridico, questa questione ha più argomentazioni su Varese che su Como. Per questo motivo nella delibera di fine maggio esplicitamente il secondo lotto di Varese è approvato.
Esclude che verrà realizzato il secondo lotto di Varese prima di quello di Como?
Non solo lo escludo, ma è un preciso impegno politico. Non ci sto alle maldicenze, io voglio che venga realizzata tutta. Oltre alla tratta bassa anche la alta. Ma quel secondo lotto con quei costi non è fattibile.
Gisella Roncoroni
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