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Giovedì 02 Luglio 2009
<La Monteolimpino 2 a rischio>
Per 20 anni non han fatto nulla
Il tunnel chiuso per lavori di messa in sicurezza. Resta il pericolo chimico
In stretta relazione con l’Italia, principalmente con Como, per la rete dei trasporti stradali e ferroviari, la Svizzera ha comunicato che sulle proprie vie ferrate in un anno viaggiano 9 milioni di tonnellate di merci a rischio, infiammabili, tossiche, solventi, vernici, acidi. Però, la sola provincia di Como, anni di crisi a parte, esporta prodotti chimici di base per oltre 100 milioni di euro l’anno, secondo le statistiche della Camera di Commercio e ne importa per 326: è la voce maggiore degli interscambi. Su altri prodotti chimici, l’import si ferma a 73 milioni e l’export su 44. Ma i treni e i Tir che attraversano la nostra provincia diretti in tutt’Italia e in tutt’Europa moltiplicano questi valori in modo esponenziale: non tutto è pericoloso, ma l’esperienza insegna che tutto dev’essere previsto e soggetto a controllo.
«Non è per difendere le Ferrovie dello Stato - dice un ingegnere della Spa Notari Luigi - ma non lavoreremmo se non osservassimo tutti gli obblighi per la sicurezza, libretti, certificati, impianti, macchinari. I nostri mezzi operativi devono essere sottoposti a verifiche annuali, biennali e quinquennali». Mostra, con fierezza, anche il treno di primo soccorso per raggiungere il cantiere in caso di necessità. Ma in Italia certificati sono rilasciati da società private, mentre in Svizzera i controlli sono affidati agli stessi tecnici FFSS e sono rigorosi, rafforzati dopo un incidente chimico in una stazione d’Oltralpe.
Maria Castelli
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