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Sabato 04 Luglio 2009
Albano: Jackson promise
di cantare con me a Verona
Il popolare interprete rievoca a "La Provincia" la controversia legale che lo oppose alla popstar americana di cui, martedì a Los Angeles, si commemorerà la scomparsa
Dopo essere stato al Festival di Sanremo con "L’amore è sempre amore" Albano ha cominciato a girare in lungo e in largo per cantare le sue canzoni, arrivando, tra una pausa e l’altra a cantare a Cernusco Lombardone per un concerto di beneficenza. A favorire l’incontro con l’artista Vincenzo Ciancio, chitarrista e trombonista di Albano dalla fine degli anni ’60, abruzzese di Vasto ma da qualche decennio abitante a Casatenovo in provincia di Lecco. Proprio per l’Abruzzo Albano si è reso disponibile per la realizzazione della canzone "Domani" insieme ai più grandi artisti della canzone italiana.
Allora Albano, lei che ha avuto a che fare con Michael Jackson come ha reagito alla notizia della sua scomparsa?
Non è stata una bella notizia. Non l’ho mai incontrato, anche se lui era venuto a Roma per rispondere alla causa da me promossa. La sua "Will you be there" era troppo somigliante alla mia "I cigni di Balaka", che ho incluso in una nuova versione nel mio ultimo album. In prima istanza il giudice mi aveva dato ragione, poi ci accordammo e Michael Jackson si accollò tutte le spese legali, oltre al fatto che avremmo fatto un concerto insieme, a Verona, in favore dei bambini maltrattati. Non se ne fece niente perché Michael venne poi travolto da vari scandali riportati dalle cronache.
Lei è appena arrivato dalla Russia ed è già pronto per un concerto, come fa ad avere ancora tanto entusiasmo?
Altrimenti non vivrei, è proprio questo essere sempre in movimento che mi dà la carica, eppoi domani sarò già in Africa del Nord. È un girare che significa vivere, per provare emozioni ed esperienze, ne ho quotidianamente bisogno. Amo quello che faccio e ne resto addirittura contagiato.
Quest’anno si celebrano i quarant’anni dal Festival di Woodstock, come ricorda quel periodo e poi anche gli anni ’70?
Non ho mai condiviso l’interferenza della politica nella musica e così in quegli anni ho fatto per la seconda volta l’emigrante, felice di poterlo fare, di cominciare a girare il mondo con le mie canzoni. Non mi piaceva quello che succedeva in Italia, io arrivavo da canzoni come "La siepe" e "Il ragazzo che sorride" di Theodorakis e mi volevano affibbiare un’etichetta che non mi apparteneva, così ho scelto di andare all’estero dove ho incontrato un pubblico che mi ha sempre confortato. Questo succedeva non solo a me ma a tutti quei cantanti che avevamo partecipato a "Canzonissima" e "Festival di Sanremo", sembrava fosse stato diramato un diktat contro di noi.
Dove ha trovato la forza di continuare?
Ho applicato quello che avevo imparato a casa mia, da mio padre, essere capace di amare la terra e ricavarne dei frutti, non sfruttarla ma saperla coltivare. Ho tradotto questo insegnamento su me stesso, cercando a fondo le mie qualità espressive, per poterle mettere a frutto. Quindi impegno e dedizione nel lavoro mi hanno poi premiato.
A proposito di terra e sfruttamenti, poco distante da qui, a Montevecchia e nel Parco della Valle del Curone stanno raccogliendo firme contro l’intenzione di impiantare pozzi per la ricerca di petrolio. Cosa pensa?
Fatemi firmare - conclude Albano -. Come è possibile cercare ancora petrolio quando tutti cercano energie alternative più rispondenti ai tempi che stiamo vivendo. Questa terra va salvata, perché si sta ribellando al suo totale sfruttamento. Il maltrattamento che facciamo alla terra lo scontiamo con gli interessi. Ho letto in questi giorni che nel deserto stanno pensando di catturare l’energia solare tramite specchi parabolici. Avanti in questa direzione, altro che petrolio.
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