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Lunedì 06 Luglio 2009
Troppe pensioni leggere
In pochi oltre 1000 euro
Sono 116.000 le persone che prendono in media 933 euro al mese
E quasi 20.000 comaschi se la devono cavare con meno di 500 euro
C’è chi osserva che i pensionati percepiscono più di un giovane avviato al lavoro, ma la pensione rappresenta, in teoria, la restituzione di tutti i versamenti effettuati in almeno 35 anni di attività, scomparsi i baby pensionati e in ogni caso, il pensionato è il più fedele dei contribuenti, per il prelievo, alla fonte, dell’Irpef nazionale, regionale e comunale. Non solo, ma sente più di tutti il peso del caro vita. Nonostante questo, come hanno ripetuto i sindacati, non è raro il caso in cui mantengano i figli che non hanno risorse a sufficienza e riescano nel contempo a risparmiare. C’è chi, anche negli anni buoni, ha continuato a vivere come in tempi di crisi. La maggior parte dei pensionati comaschi, 116.000, cioè oltre il 60%, riceve la pensione di vecchiaia, legata al lavoro, per una media di 933 euro al mese; in 9700 ricevono la pensione di invalidità, 626 euro al mese; i 38.000 superstiti percepiscono 536 euro al mese, almeno finche non passerà l’idea di qualche deputato di tagliare, fino all’azzeramento, le pensioni di reversibilità, come se non si trattasse di un diritto. Ma vediamo gli assegni sociali: 3.800 per 365 euro mensili a testa e sono 15.800 gli invalidi civili, per 453 euro ciascuno ogni mese. Sono medie statistiche e al loro interno, una fascia di super pensioni, oltre 3.000 euro al mese, erogate a 2.273 beneficiari, ma un terzo dei pensionati comaschi è collocata nella fascia tra i 251 e i 500 euro al mese e 20.000 non arrivano a 250 euro.
In sostanza, la metà degli assegni è povera e certo non è pesante per i 35.000 che arrivano a 750 euro al mese, né per i 21.500 che sfiorano i mille. È di fronte a queste cifre che i sindacati tengono aperta la “questione sociale”, chiedendo di far leva sulla fiscalità e sui servizi, a cominciare da quelli erogati dai Comuni, dalle amministrazioni provinciali, dalle Regioni. E la domanda su tutte le altre domande: come possono essere compatibili i costi delle case di riposo, minimo 51 euro al giorno, con pensioni da 15 euro al giorno? Il detto: «Per il ricovero in casa di riposo, mi devo vendere la casa» è dunque fondato, come sono fondati sulla valutazione dell’entità delle pensioni i contributi concessi dal Comune per l’acquisto di ventilatori da raffreddamento. Ogni spesa imprevista non può essere affrontata da chi, con 500 euro, deve far la spesa, pagare le bollette, l’affitto o la manutenzione della casa, nella Como che detiene il record per la crescita esponenziale del costo della cicoria.
Maria Castelli
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