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Giovedì 09 Luglio 2009
Il sindaco rischia la sfiducia
Verso la seconda mozione
Documento in fase di stesura. Per far cadere Bruni servono 21 voti
L’opposizione sta lavorando non tanto per raccogliere le 16 firme necessarie per la presentazione della mozione (quelle almeno virtualmente ci sono di sicuro), ma per arrivare a quei 21 voti che potrebbero davvero far cadere Bruni. In pratica servono 6 consiglieri (tra maggioranza e gruppo misto) disposti a votare la sfiducia al primo cittadino.
Il documento, in ogni caso, dovrebbe essere depositato dopo le ferie anche perché lo statuto di Palazzo Cernezzi parla chiaro. L’articolo 66 prevede infatti che la mozione dovrà essere discussa dal consiglio comunale «non prima di 10 giorni e non oltre i 30 giorni dalla sua presentazione» e dovrà essere votata «per appello nominale a maggioranza assoluta dei componenti». Tradotto: voto palese con 21 consiglieri su 40 che dovranno votare la sfiducia. Depositarla adesso vorrebbe dire una corsa contro il tempo, con il rischio che qualche consigliere - di entrambi gli schieramenti - sia già in vacanza.
Aspettare settembre avrebbe anche un secondo risvolto: proprio la ripresa dopo la pausa estiva era stata indicata sia dal sindaco Bruni sia dal coordinatore provinciale del Pdl, il senatore Alessio Butti, come termine ultimo per la cosiddetta "verifica". In pratica a settembre tutto lo stato maggiore di Palazzo Cernezzi e della maggioranza si guarderà in faccia per stabilire se ci saranno o meno le condizioni per proseguire.
Ad ogni modo sono in corso telefonate e contatti per testare le chance che avrebbe la mozione di essere approvata e per evitare di arrivare in aula con una seconda bocciatura.
I soliti bene informati danno in ogni caso il primo cittadino in partenza verso il Pirellone o altre destinazioni con quindi la concreta possibilità di andare ad elezioni anticipate in primavera. La minoranza punta a far cadere il sindaco prima «per chiudere questa lenta agonia» è la frase che dice più di un consigliere. A microfoni spenti e taccuini chiusi una buona parte dei consiglieri di maggioranza ha lo stesso pensiero, ma è assai improbabile che chi punta a restare consigliere e ad essere ricandidato (con la nascita del Pdl significa un’unica lista da 40 nomi scelti tra ex forzisti ed ex aennini anziché due liste separate) decida di sfiduciare con voto palese il sindaco. Ben diverso sarebbe il risultato se il voto fosse segreto.
In ogni caso dopo le ferie ci sarà in discussione una mozione di sfiducia: quella nei confronti del vicesindaco Francesco Cattaneo, indagato per truffa nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi chilometrici richiesti quando era vicepresidente della Provincia. Nel caso di un assessore la votazione avviene in modo segreto, ma se viene approvata non c’è la decadenza automatica (Enrico Cenetiempo, ad esempio, è stato sfiduciato, ma mai rimosso dal sindaco).
Gisella Roncoroni
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