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Giovedì 09 Luglio 2009
Così Danny e Andrea
non moriranno mai
Una cerimonia toccante, con centinaia e centinaia di giovani per salutare i ragazzi di Cernobbio
L’ultimo saluto a Danny e Andrea inizia nel primo pomeriggio. Le bare sostano brevemente nella concessionaria di via Asiago in cui i due ragazzi lavoravano e poi nella sede della Croce Rossa di Cernobbio, dove prestavano servizio come volontari. Tutti in divisa, tutti schierati. Risuonano forti i nomi di Andrea e Danny. E sulla facciata della sede spunta uno striscione: «Danny e Andrea soccorritori per sempre».
La cerimonia inizia alle 15, mentre centinaia di persone ancora stanno raggiungendo Rovenna. Le navette fanno ininterrottamente la spola tra l’autosilo di Villa Erba e la frazione, ma non bastano. La gente è tantissima. Spiccano i volontari della Croce Rossa, con le loro magliette blu. Sono arrivati da tutta Italia, c’è anche il commissario nazionale. Le corone di fiori sono decine. Due, coloratissime, hanno in bella vista le foto dei due ragazzi, sorridenti. Pochi riescono a entrare in chiesa, gli altri seguono la funzione grazie agli altoparlanti sistemati all’esterno. La prima lettura, dal libro della Sapienza: «Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio». Poi il salmo, a ribadire: «Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei giusti». E il Vangelo, con quel grido che tanti sembrano far proprio: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Per l’omelia, don Bruno Biotto sceglie i messaggi lasciati su Internet dai tantissimi amici di Danny e Andrea. Ne legge molti. I ricordi si accavallano nella mente di chi ha conosciuto i ragazzi, il silenzio è rotto da pianti e singhiozzi. «Ora - recita uno dei messaggi - defibrillerete gli angeli». Sul sagrato, gli amici dei due giovani si abbracciano, provano a farsi forza a vicenda. Fa caldo, un anziano accusa un lieve malore e viene prontamente soccorso. «Come avrebbero fatto Andrea e Danny», commenta qualcuno. A don Ezio Morcelli, fino a poco tempo fa parroco a Casnedo, la frazione in cui viveva Andrea, basta una frase: «Fiori recisi, ora siete innestati nel giardino di Dio». La cerimonia finisce con le parole di un amico dei due ragazzi: «Grazie per tutto ciò che ci avete dato, ne faremo tesoro».
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