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Sabato 11 Luglio 2009
Piccoli e incavolati neri
Comuni lariani in rivolta
Sindaci riuniti a Villa Erba. Le lamentele: pochi soldi, troppi burocrati
La rabbia di Nesso, Orsenigo, Menaggio, Ossuccio, Valmorea e Lurago
«Sono sindaco da un mese - dice Alberto Gaffuri, Albese con Cassano - ed ho toccato con mano l’intensità e l’assiduità del rapporto tra il Comune e la gente. Chiede di tutto, dal taglio dell’erba all’autostrada, dall’assistenza sociale al progetto edilizio su una certa zona». Al tavolo dei relatori, ha appena finito di parlare Gianmatteo Riocci, sindaco di Ocre, L’Aquila: i Piccoli Comuni d’Italia hanno adottato i Comuni terremotati dell’Abruzzo, destinando risorse finanziarie e supporti tecnici e Riocci racconta di 30.000 scosse e di valanghe di solidarietà, di «ricostruzione obiettivamente difficile» e di delusione sulle «risposte deboli alle famiglie e agli imprenditori». E i sindaci sempre in mezzo, sansebastiani e santerita, colpiti e supplicati. «In questo periodo così difficile per tutti, è diventato complesso anche il rapporto con la popolazione e le parti sociali. Si è abbassato il livello di tolleranza - afferma Licia Viganò, sindaco di Orsenigo - si alza la pretesa di efficienza e di risposta immediata. Mai fatta tanta fatica come ora. Forte è la mobilità dalla città ai paesi, con l’aspettativa di trovare tutte le comodità della città senza i difetti. Il sindaco non è più un professionista della politica, ma della gestione e nei piccoli paesi con sovrapposizione di responsabilità, poiché non abbiamo il dirigente che firma e risponde. E quale segretario d’oro? ». Entrate a parte: fosse applicato il 20% di compartecipazione comunale all’Irpef, Orsenigo riceverebbe 1,6 milioni di euro invece che 400.000.
Non c’è più l’entrata Ici sulle prime case, trasferimenti ordinari ridotti. Per questo è via libera all’assalto edilizio che produce oneri di urbanizzazione? «Menaggio ha tutti i 150 requisiti di bandiera arancione - premette il sindaco Alberto Bobba - ed è prediletto dai turisti: se acquistano casa, un motivo ci sarà. Gli oneri di urbanizzazione sono parte integrante del bilancio. Farne a meno significa risparmiare sui servizi o farli pagare ai cittadini. E per l’impianto di captazione dell’acqua dal lago, per sopperire alla scarsità idrica, abbiamo applicato lo 0,4 per mille di aliquota Ici sulle seconde case». Il lago ferito: «Ma dipende da come si costruisce - interviene il neo sindaco di Ossuccio, Giorgio Cantoni - io sono contrario ad un certo modo di costruire che provoca danni. Ma i progetti non li fanno i sindaci, i quali hanno istituito commissioni ambientali e seguono le regole. La speculazione ci gioca? Cambiamo i piani regolatori, ma cambiamo anche la qualità della progettazione». Inizia la tavola rotonda sull’innovazione, ambiente, risparmio energetico, fonti rinnovabili e negli interventi si intrecciano i temi: dal rischio abolizione dei Bacini imbriferi montani che distribuiscono fondi antispopolamento al rischio di «affrontare il problema dei costi riducendo gli spazi di democrazia», come ha detto Lorenzo Guerini, presidente Anci Lombardia, con riferimento alla riduzione dei consiglieri nei piccoli Comuni. «Ma io ho voluto una lista sola - dice il neosindaco di Valmorea, Mauro Simoncini - che cosa fanno i consiglieri di opposizione nei piccoli Comuni? Meglio lavorare tutti uniti, sulle cose da fare. Mancano i soldi per gli investimenti. Troviamo, senza conflitti, il modo migliore per utilizzare le risorse che abbiamo». Non è voluta mancare Simona Saladini, presentata dal vicesindaco Franca Maiorana nel saluto inaugurale come «sospesa per la nota vicenda» e c’era Rinaldo Redaelli, Lurago d’Erba, ora vicesindaco, sindaco per dieci anni: «L’acqua è il grande problema dei nostri paesi - osserva - consumi alti e rete dissestata». Ha ingaggiato una battaglia contro il colosso Poste: «In nome dell’interesse di una comunità piccola. Ma anche qui nessun cittadino - nota - è di serie B. Le risposte devono essere di serie A».
Maria Castelli
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