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Giovedì 16 Luglio 2009
Addio ai "lavoretti in nero":
all’Inps è arrivato il voucher
Lotta all'evasione: debutta anche a Como il buono lavoro per accumulare contributi
«Finalmente, si comincia a ragionare», ha commentato ieri mattina una donna, in procinto di recarsi allo sportello Inps per i voucher. Sbandierava una pagina del quotidiano “Avvenire” dell’altro ieri, tutta dedicata ai buoni lavoro sotto il titolo: «Lavoro e legalità», perchè alla fine è di questo che si tratta. Alla fine, non ce l’ha fatta: era convinta che, essendo mercoledì, lo sportello facesse orario continuato, fino alle 15,30, ma il “mercoledì del cittadino”, durante l’estate, è sospeso. «Tornerò – ha detto lei, comprensiva – ho quattro uomini in casa, marito, suocero, due figli, ogni tanto mi dà una mano una conoscente. Sa, i lavori grossi. Non è mai ricompensata abbastanza, forse poco, forse troppo e ho sempre paura che mi vengano a chiedere che cosa ci fa a casa mia, non è una colf e se succede qualcosa, chi risponde?». Meglio essere in regola, la brava gente la pensa così, chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto, ha già detto Qualcuno circa 2000 anni fa. E da qualche giorno, sono cominciate le richieste d’informazione.
La sede Inps di via Pessina s’è attrezzata alla nuova incombenza: i voucher sono già disponibili, gli esperti in questioni finanziarie dicono che assomigliano a titoli azionari al portatore e, in effetti, c’è chi li ha chiamati “buone azioni”. L’operatrice ha acceso due computer, lavora su entrambi, la targhetta dell’ufficio dice: «Lavoratori parasubordinati» ed è una sigla che intimorisce, magari, ma spiega che non sono dipendenti, non sono autonomi, con partita Iva o ritenuta d’acconto. Sono in regola. Il loro datore di lavoro ha chiesto i voucher all’Inps, ha pagato il bollettino con il corrispettivo, gira loro i voucher con i quali si recheranno in Posta, riceveranno il compenso, al netto della trattenuta previdenziale ed assicurativa.
Sbiadisce il nero, arrossirà chi insiste con l’illegalità, insorgeranno imprevisti e complicazioni? E’ la “sfida dei buoni”.
Maria Castelli
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