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Domenica 09 Agosto 2009
Il re delle bonifiche
e i 22 milioni a Chiasso
Sono 552 gli evasori che tremano
per aver portato capitali in Svizzera
In entrambi i casi si tratta di accuse ancora da dimostrare. Resta il fatto che, secondo quanto anticipato nei giorni scorsi dal Corriere della Sera, che cita i risultati di un’inchiesta della guardia di finanza del capoluogo lombardo, la società ticinese in soli 7 mesi del 2008 si sarebbe occupata per conto di Grossi del rientro in Italia di ben 2 milioni e 700mila euro. Movimenti che risulterebbero dall’analisi del personal computer di Fabrizio Pessina, avvocato ticinese con studio non lontano dal valico di Ponte Chiasso arrestato a Malpensa nel febbraio scorso con l’accusa di riciclaggio. Nella memoria del suo pc le fiamme gialle avrebbero trovato numerosi documenti scottanti sulla fuga di capitali in Svizzera. Tra questi anche una lista di 552 nomi, imprenditori e uomini d’affari italiani che negli anni scorsi avrebbero nascosto i propri "risparmi" nei forzieri elvetici, a prova di inquirenti. L’avvocato Pessina sarebbe sospettato di aver riciclato, con l’aiuto di due ex militari della guardia di finanza, qualcosa come 22 milioni di euro per conto del re delle bonifiche.
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