Tremila badanti "comasche"
sperano di essere regolarizzate

Molte le famiglie in attesa di poter far ottenere il permesso di soggiorno alle donne extracomunitarie da loro impiegate. Vi spieghiamo come fare

Sono oltre tremila le badanti in attesa di regolarizzazione in provincia di Como, un esercito di donne di origine prevalentemente est-europea che dal primo di settembre potrà finalmente uscire dalla clandestinità. Le cifre derivano dal conteggio delle domande di regolarizzazione presentate, accolte e respinte in occasione dell’ultimo decreto flussi, quando 5188 datori di lavoro della provincia di Como chiesero di ottenere un permesso di soggiorno per la propria badante. Quelle accolte furono poco meno di duemila.
Il meccanismo per la regolarizzazione dovrebbe essere piuttosto semplice. Se cittadino italiano o comunitario, il datore di lavoro dovrà semplicemente esibire un documento di identità, l’attestazione di iscrizione anagrafica rilasciata dal Comune di residenza (nel caso di cittadini comunitari privi di carta di identità italiana) e il codice fiscale. Le richieste sono analoghe a quelle previste nel caso in cui il datore di lavoro sia un cittadino extracomunitario anche se, in questi casi, il certificato di iscrizione anagrafico dovrà essere sostituito dal permesso di soggiorno.
Per quanto riguarda il lavoratore extracomunitario da regolarizzare, questi dovrà essere in possesso di un passaporto valido. I requisiti per l’assunzione: in caso di colf il reddito non potrà essere inferiore ai 20mila euro annui. Saranno necessari per l’assunzione, l’indirizzo del luogo di lavoro, il domicilio, una copia del bollettino Inps attestante il versamento di 500 euro, la fotocopia di una marca da bollo di 14,62 euro. Attenzione alle false dichiarazioni: si rischiano fino a sei anni di carcere.

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