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Sabato 22 Agosto 2009
La Lega dei ticinesi accusa:
"I finanzieri italiani sconfinano"
Comunicato del leader del movimento autonomista d'oltreconfine: "Così violano la sovranità nazionale". Il Comando provinciale delle fiamme gialle smentisce: "Lavoriamo in sintonia con le autorità svizzere".
«È un agire chiaramente contrario alla sovranità territoriale - si legge nel comunicato leghista firmato dal presidente del movimento Giuliano Bignasca - in quanto questo tipo di azioni "extraterritoriali" è contrario alle leggi internazionali, soprattutto se, come in questo caso, il Paese vittima di tale agire non ne è informato e non ha permesso tale raccolta di informazioni». Si fa cenno a episodi di controlli effettuati a bordo di treni che già si trovavano in territorio elvetico e addirittura a «intercettazioni telefoniche, la cui legalità - scrive sempre Bignasca - andrebbe verificata con urgenza». E ancora: l’agire dei finanzieri è considerato dalla Lega «intollerabile, illegale e pericoloso in uno stato di diritto come quello svizzero in cui la sfera privata e il segreto bancario sono preservati».
La guardia di finanza di Como ha smentito che in tempi recenti o passati qualcuno abbia mai svolto attività di pedinamento o di controllo diretto oltre confine: «In caso di necessità lavoriamo in perfetta sintonia con le autorità svizzere - ha detto il comandante provinciale delle fiamme gialle di Como, il colonnello Rodolfo Mecarelli - E lo facciamo nel pieno rispetto delle leggi e degli accordi che intercorrono tra i nostri due paesi».
Il comunicato diffuso dai leghisti d’oltre confine tradisce comunque il clima di tensione che si respira tra Chiasso e Lugano, le due principali piazze finanziarie in cui si attendono gli effetti dell’entrata in vigore dello scudo fiscale e quelli di una eventuale attenuazione del cosiddetto segreto bancario.
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