Pronto, guardia di finanza?
Il mio vicino non paga le tasse...

Dal primo gennaio 2009 al 24 agosto, la sala operativa 117 della guardia di finanza di Como ha ricevuto 77 segnalazioni: 31 sono state anonime, ma 46 persone hanno lasciato nome, cognome ed indirizzo

COMO Non c’è più voglia di furbetti. Soprattutto di furbetti del fisco: i comaschi che pagano caro e pagano tutto non sopportano quelli che invece pagano poco o pagano niente, pur usufruendo degli stessi servizi che lo Stato eroga alla collettività, dalla sanità, alla scuola, all’ordine pubblico e alle infrastrutture. È la considerazione che discende dagli ultimi dati sul servizio di pubblica utilità della guardia di finanza, il 117. Non è un numero d’emergenza, cioè un numero facile e breve da chiamare in caso di pericolo per la vita, la persona, le cose. È un numero, gratuito, operativo 24 ore su 24, realizzato nel 1996 per instaurare un rapporto diretto tra la finanza e i cittadini e le chiamate sono in crescita per quantità, ma soprattutto per qualità, nel senso che aumentano le segnalazioni nominative.


Dal primo gennaio 2009 al 24 agosto, la sala operativa 117 della guardia di finanza di Como ha ricevuto 77 segnalazioni: 31 sono state anonime, ma 46 persone hanno lasciato nome, cognome ed indirizzo, sapendo che nessuno lo rivelerà mai e che una pattuglia si sarebbe subito attivata con gli accertamenti. Ma il gruppo più consistente di segnalazioni riguarda l’evasione fiscale: in otto, due anonimi, hanno chiamato per mancato rilascio di documentazione fiscale da bar, ristoranti, alberghi, pizzerie, agriturismo. In 19, di cui otto anonimi, hanno chiamato per mancato rilascio di documentazione fiscale per prestazioni di servizio di arti e professioni, quali medici, meccanici, muratori, calzolai, centro massaggi, giardinieri. In tre, un anonimo, hanno segnalato il mancato rilascio di documentazione fiscale per la vendita di merci in genere. E in due, con le proprie generalità, hanno segnalato falsi in bilancio e violazione dell’Iva. Totale: il 40% di coloro che si sono rivolti al 117 non ne poteva più di far l’onesto da solo. C’è chi è andato in vacanza in un agriturismo in una regione italiana, lontana da Como e l’operatore non gli ha rilasciato la ricevuta, s’è intascato 500 euro in nero: s’è rivolto al 117 che ha informato il Comando di competenza.

Tutto questo disturbo per 500 euro quando c’è chi nasconde milioni? L’aliquota del pensionato è del 23% e lo Stato non si fa scrupolo di prelevarla alla fonte sulla pensione. È anche questo squilibrio che ispira il cittadino controllore fiscale. «Il resoconto di questi mesi sul servizio 117 - afferma il comandante provinciale della guardia di finanza, Rodolfo Mecarelli - indica un aumento nell’opinione pubblica della percezione dell’evasione fiscale: i cittadini sono sempre più consapevoli che reca danni a tutta la società e per questo chiedono l’intervento della Guardia di Finanza, a tutela degli interessi di tutti, non solo del Fisco». Anche gare d’appalto - L’esigenza di tutela potrebbe aver ispirato le 15 chiamate, nove anonime, per lavoro nero e le tre, anonime, per falsi dentisti; altrettante per spaccio di droga, un reato che consente di accumulare ricchezze e in due hanno fatto sapere alla Finanza che sulla carta sconto benzina ci sono ancora cose strane, nonostante l’inchiesta in corso; c’è un sospetto pedofilo e ci sono tre presunti casi di gioco d’azzardo.

Ma ci sono anche due anonimi che hanno sentito puzza di bruciato in altrettante gare d’appalto. Può darsi che gli accertamenti non portino a nulla, sia tutto regolare, ma se sono stati pizzicati due casi di vendita irregolare di sigarette, uno di merce contraffatta e due venditori abusivi e clandestini è perché i cittadini hanno fatto una telefonata al 117, aprendo la strada ai controlli dei militari. Forse ci sarebbero arrivati da soli. Di sicuro, hanno fatto prima.
Maria Castelli

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