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Venerdì 04 Settembre 2009
L'ironia della barbarica Bignardi
Poi un tuffo nella Cina moderna
Daria Bignardi è stata l’indubbia protagonista del cartellone di ieri a Parolario: nonostante il tempo incerto, la popolare conduttrice ha richiamato in piazza Cavour un pubblico folto. Un tuffo nella Cina di oggi e nella Mongolia
E la Bignardi ha raccontato la genesi di «Non vi lascerò orfani», il suo esordio nella narrativa, un romanzo dettato da un’esigenza, quella di elaborare il lutto per la scomparsa della madre, raccontando la storia della sua famiglia, intrecciando i ricordi alla storia italiana che vi scorreva al fianco, in un intreccio che non manca di ironia, la stessa che Daria ha raccontato a Stefano Salis e ai presenti, per una volta dall’altra parte, da intervistatrice “barbarica” a intervistata.
In una giornata in cui si è parlato molto di massimi sistemi, della Cina moderna e dello sviluppo dei Paesi orientali, c’è stato uno spazio, sempre molto apprezzato, per un’altra storia privata, quella di «Mia sorella è una foca monaca». È il debutto di un giovane, Christian Frascella, che è diventato un piccolo caso, con il suo sguardo lucido e disincantato, ripercorrendo un’adolescenza segnata che si è svolta in un momento di profondi cambiamenti per la società, la fine degli anni Ottanta. E il crollo del muro di Berlino, la caduta dei regimi comunisti, il nuovo assetto economico e politico mondiale danno lo spunto per volgere lo sguardo a Est.
Quello di Franco Cavalleri, autore di un volumetto agile quanto intrigante, «Tra Nadaam e Internet: la Mongolia nel XXI secolo», ha voluto descrivere quello che ha visto, ovvero una nazione differente da quella che si immagina, da quella che propongono le agenzie di viaggio che cercano di abbindolare i turisti a caccia di emozioni forti spacciando quell’area come l’ultimo avamposto incontaminato della civiltà umana. Una Mongolia ricca di contraddizioni e paradossi: il comunismo ha imposto il cirillico e, così, il Paese è passato rapidamente dal 100% allo 0% di analfabetismo, ha costretto al distacco forzato dal buddismo e dalla Cina, tutte cose che, oggi, fanno di questa realtà una delle più intraprendenti e veloci ad accettare i cambiamenti. Se quella resta una zona misteriosa e ancora tutta da scoprire per gli occidentali, sulla Cina si dicono e si scrivono tante cose, soprattutto a Como dove l’industria serica è, da sempre, minacciata da questo impero.
L’architetto Augusto Cagnardi ha presentato «Ritorni da Shanghai», un volume che ripercorre numerosissimi viaggi che lo hanno condotto, per lavoro, anche a Pechino, Hong Kong, Dalin, Nigo e Seul: non solo Cina, quindi, in un percorso affascinante perché seguire le sue tappe professionali scorrono in parallelo al processo di modernizzazione, quella che ha mostrato il regista Villi Herman con l’affascinante documentario «From somewhere to nowhere». Il viaggio, tema portante di ParoLario 2009, oggi lascerà la Terra per arrivare ai confini dello spazio.
Alessio Brunialti
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