I famigliari di Dubini:
"Chi ha visto ci aiuti"

Carate Urio, appello a due settimane dal delittodell'imprenditore: «Le indagini non hanno registrato significativi passi in avanti. Ecco perché oggi ci rivolgiamo a chi abbia eventualmente visto qualcosa per chiedergli di farsi avanti, di parlare, di aiutarci a risolvere il mistero»

CARATE URIO «Sono trascorse due settimane senza che le indagini abbiano registrato significativi passi in avanti. Ecco perché oggi ci rivolgiamo a chi abbia eventualmente visto qualcosa per chiedergli di farsi avanti, di parlare, di aiutarci a risolvere il mistero di questo omicidio senza spiegazione». Quattordici giorni dopo la morte dell’imprenditore 67enne Antonio Dubini, la moglie Rosalia e i suoi due figli affidano un appello al loro avvocato, il comasco Davide Giudici, nella speranza di raccogliere qualche testimonianza a sostegno di un’inchiesta che si è finora rivelata impervia ai limiti dell’inverosimiglianza. Mese d’agosto, sabato pomeriggio, sole all’impicco, la statale Regina zeppa come la tangenziale est al lunedì mattina. Il cancello de «I Lauri», il residence in cui Dubini e sua moglie vivono da pochi anni, è ben visibile sul lato sinistro della strada. Lui, Dubini, ingaggia probabilmente una lunga lotta con il suo assassino che, per ucciderlo, lo colpisce 27 volte prima di lasciarlo praticamente esangue sul selciato. Lo scontro dura almeno un paio di minuti. C’è una sola persona, un motociclista di passaggio che vede l’assassino scavalcare il cancello (nel frattempo chiusosi automaticamente) inforcare una moto e fuggire. Lo descrive come un uomo piuttosto corpulento, un giubbotto scuro indosso e un casco nero in testa, elementi che, assieme alla descrizione dello scooter, anch’esso nero, diventano il cardine della prima fase delle ricerche che, però, cede una settimana più tardi, quando un paio di nuovi testimoni si presentano ai carabinieri dopo essersi ripassati il film del loro pomeriggio in auto sulla Regina. Dicono di avere visto qualcosa anche loro, ma forniscono una descrizione diversa della moto, che improvvisamente diventa bianca. Chi ha ragione?Qual è la descrizione giusta? Si tratta di uno scooter o di una moto?Ai familiari di Antonio Dubini, e con loro alla Procura della Repubblica di Como, interessa soprattutto trovare automobilisti o motociclisti che sabato 22 agosto, tra le 16.20 e le 16.30, si trovavano sulla Regina tra Carate e l’incrocio per Tosnacco in direzione di Como, cioé la via di fuga più probabile del killer. Qualcuno potrebbe averlo visto, magari esserselo addirittura trovato davanti notando dettagli apparentemente secondari che, oggi, potrebbero rivelarsi importanti. E allora:chi sa parli - conclude l’avvocato Giudici -, anche per telefono o per iscritto. Il rischio è quello che l’omicidio di Antonio Dubini resti davvero impunito.

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