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Lunedì 07 Settembre 2009
Influenza A, dopo l'ottantenne
ricoverata anche una giovane
Due i ricoverati all’ospedale Sant’Anna per l’influenza suina. Oltre all’84enne canturino, c’è anche un giovane donna che rientrava da una vacanza nella ex Jugoslavia. L’esito delle analisi svolte dal laboratorio milanese a cui fanno riferimento le strutture ospedaliere ha parlato del virus A/H1N1, ma in forma molto leggera
Nel frattempo migliorano anche le condizioni dell’84enne residente a Cantù: è in netta ripresa e se gli ultimi accertamenti daranno esito positivo potrebbe essere dimesso già nei prossimi giorni. L’Asl procederà, come stabilito dai protocolli, al controllo sui familiari e sulle persone in stretto contatto con l’uomo che, lo ricordiamo, è il primo caso comasco a non aver contratto il virus all’estero, ma di ritorno da una vacanza a Riccione. Nei mesi scorsi si erano registrati altri due ricoveri: una donna che rientrava dal Messico e una ragazzina dagli Stati Uniti.
Intanto l’arrivo dei primi ricoverati sul Lario ha messo in allarme più di un comasco. «C’è molta gente che chiede informazioni ai medici di base - spiega il presidente dell’ordine Gianluigi Spata - e anche se non c’è un vero e proprio allarme, la gente si preoccupa. Ma allo stato non si sa chi dovrà fare il vaccino: se i medici o l’Asl o gli ospedali. Non ci sono ancora indicazioni definitive in tal senso». In ogni caso nei prossimi mesi si susseguiranno i ricoveri per l’influenza suina che avrà il picco di diffusione tra il 18 dicembre e il 18 gennaio. A novembre scatterà il piano delle vaccinazioni messo a punto a livello nazionale che, nel Comasco, interesserà circa 140mila persone con priorità agli operatori e al personale sanitario, alle forze dell’ordine e ai lavoratori dei servizi essenziali oltre ai soggetti con problemi di salute. A gennaio toccherà ai giovani di età compresa tra i 2 e i 27 anni. I sintomi della malattia sono la febbre da 38 in su e almeno un uno tra cefalea, sudorazione, brividi, malessere generalizzato e astenia. Nei lattanti vomito e diarrea mentre nei bambini fino a 5 anni tracheite o bronchite e febbre alta. Secondo quanto hanno stimato gli esperti, comunque, si tratta di una malattia addirittura meno pesante rispetto alla classica influenza stagionale.
Finora la Regione Lombardia, che ha creato un’apposita struttura dedicata all’influenza suina a cui fanno riferimento tutte le aziende ospedaliere e quelle sanitarie, ha confermato 247 casi. A questi, però, ne va aggiunto un ulteriore 30% che si riferisce alle persone che hanno avuto la malattia senza nemmeno accorgersene.
Gi. Ro.
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