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Mercoledì 09 Settembre 2009
Ciao grande Mike!
Como lo ricorda così
L'11 settembre, a S. Maria delle Grazie di Milano, si potrà dare l'ultimo saluto a Mike Bongiorno, il "padre" del quiz e della tv italiana, morto d'infarto l'8 settembre a Montecarlo, durante una vacanza. Proponiamo, per ricordarlo, tre testimonianze di comaschi celebri: il drammaturgo Mario Bianchi, concorrente di "Rischiatutto" nel '71; il dirigente tv Renzo Salvi e il fotoreporter-editore Enzo Pifferi
Ebbene sì, in un’altra epoca, quando c’era un’altra televisione e poteva ancora sembrare divertente entrare in quella scatola, ho partecipato al «Rischiatutto» sottoponendomi alle domande incalzanti di Mike Bongiorno con poche speranze, per la verità, di sconfiggere un fenomeno del telequiz come Andrea Fabbricatore che, peraltro, sbancò con una delle vincite più alte di sempre. Iscritto per gioco, ovviamente a mia insaputa, da alcuni amici mi presentai per rispondere a domande sulla storia del cinema italiano e ricordo perfettamente perché caddi: non sapevo, e senza sbirciare qualche testo non saprei dire tutt’ora, il nome dell’attore che interpretava l’ultimo dei fratelli di Rocco - Alain Delon, nel film di Luchino Visconti (anzi, controllo in omaggio a Mike: si chiamava proprio Rocco, Rocco Vidolazzi anche se nel film era Luca Parondi). Cosa dire di Bongiorno? Assomigliava un po’ a mio fratello e, quindi, mi era naturalmente simpatico anche se i concorrenti erano più concentrati sul quiz che su di lui. In compenso ricordo che, in quei giorni, a Como ero osservato da tutti. A quei tempi partecipare a una trasmissione televisiva era qualcosa di molto particolare e ti dava una strana popolarità. Per fortuna oggi faccio cose più significative. E dire che mia madre si oppose a quella mia scelta e, forse, con il senno di poi non aveva affatto torto: oggi non lo rifarei mai né se esistesse ancora quel gioco e quella Rai, né, soprattutto, prendendo parte all’immiserimento quotidiano dell’attuale programmazione televisiva, quiz o non quiz. (Testo raccolto da Alessio Brunialti)
* Regista e scrittore comasco
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di Renzo Salvi *
Ho conosciuto Mike Bongiorno nel settembre del lontano 1978. Io entravo alla Rai come programmista regista e lui era il “mostro sacro”, alle prese con l’ultima stagione del suo popolarissimo quiz «Rischiatutto». Insieme ad un collega mi ritrovai nella redazione attigua a quella del celebre programma, nella sede di Corso Sempione, anche se la diretta avveniva da altri studi. Fui presentato a Mike e potei svolgere l’apprendistato anche dietro le quinte del suo quiz. Da neofita, lo vedevo come un mito. È stato un professionista, totalmente dedito al suo programma, attento a crearsi una “macchina” autorale ineccepibile su cui poteva costruire la propria figura di presentatore così caratterizzato e riconoscibile. In più sapeva individuare i concorrenti, lavorava su di loro, li faceva crescere e li gestiva. L’ombra sulla carriera? Nel passaggio a Fininvest. Nel ventennale delle reti del Biscione, nella trasmissione «Il quinto elemento», affermò che mentre era ancora in Rai già lavorava per la rete avversaria, convincendo gli investitori pubblicitari a puntare sull’emittente del Cavaliere. Ammise un doppio gioco che è la pagina meno felice di una vita per la tv. (Testo raccolto da Sara Cerrato)
* Capo progetto Rai Educational
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di Enzo Pifferi *
La mia conoscenza di Mike Bongiorno risale ad almeno 40 anni fa: abbiamo fatto anche una foto insieme. Ci incontrammo in una delle serate che faceva nelle piazze, mentre io facevo già il mio lavoro di reporter. Mi è capitato di incontrarlo in varie occasioni. L’impressione è sempre stata quella: "fingerà di conoscermi...", pensavo. Invece no: lui mi rispondeva con grande slancio di amicizia. L'ultima volta, è stato tre anni fa; l'ho visto per caso a Milano, l’ho salutato. Io ero a piedi, lui in macchina. Ha fatto fermare l'autista, mi è poi venuto incontro. Come persona, ricordo di Mike modi estremamente cordiali, sul suo lavoro era severo. Anche nelle occasioni informali, le sue battute non mancavano mai.
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