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Domenica 20 Settembre 2009
"A Como manca il rispetto
anche per i luogi sacri"
È scattata la caccia alla segnalazione più curiosa tra quelle giunta al «Filo diretto: la città a pezzi» de «La Provincia». E bisogna dare atto ai comaschi di quanto conoscano davvero la città che abitano
Da via Sacchi, Angelo Bianchi fa notare quanto sua scarso il rispetto anche per i luoghi sacri: «Per vedere una spelonca, noi comaschi non dobbiamo andare lontano: basta andare al cimitero di Camerlata e portare i nostri passi fino alla cripta del famedio che accoglie i resti dei nostri cari insieme a quelli dei Caduti della Prima guerra mondiale. All’ingresso, tra "appropriate" suppellettili, troveremo anche un vistoso cartello con la scritta: «La pulizia è rispetto. Si prega la lasciare pulito. Grazie»...».
Giulio Mantovani segnala tre precise situazioni di trascuratezza e disagio nel centro città: «In tanti avranno notato la grande pozzanghera che si forma in piazza Roma nel passaggio verso piazza Grimoldi. Qui, invece, si può ammirare da anni un "vespasiano" che ha obbligato anche lo spostamento del Bancomat per la puzza. E, per finire, una cosa veramente buffa: un palo in ferro con piedestallo in cemento, che troneggia in via Macchi all’angolo con via Plinio, senza alcun cartello, quindi indicante il nulla: senza intaccare i bilanci, basterebbe un camioncino e portarlo in un magazzino...».
Esasperato, Cesare Bianchi non fa sconti e analizza in modo minuzioso il quadro generale: «È sufficiente guardarsi in giro per vedere subito il degrado e l’incuria della città: strade sporche con i cigli pieni di rifiuti di ogni genere, marciapiedi sconnessi con l’erba che cresce dappertutto, cartelli stradali storti, piegati, imbrattati, con appesi fili e cartacce varie, aiuole che diventano ricettacoli di rifiuti di ogni genere, muri imbrattati, strade rappezzate in modo indecoroso con buche di ogni genere. È fuori dubbio che tutto questo è dato in gran parte dalla totale inciviltà delle persone, ma gli amministratori hanno il dovere di amministrare bene e prendere provvedimenti urgenti: pulire meglio e più frequentemente e, soprattutto, controllare e multare chi sporca, imbratta e distrugge. Occorre maggiore severità verso i cittadini che deturpano e imbrattano questa povera città, e l’unica possibilità è controllo, con rigore e sanzioni, altrimenti sarà sempre peggio». E aggiunge tre esempi precisi: «All’uscita dell’autosilo ex zoo, l’aiuola di via Sant’Elia mostra rifiuti di ogni genere e centinaia di mozziconi di sigarette. E il cartello stradale all’uscita di via Recchi è per terra... Infine, la stazione internazionale di Como San Giovanni è in condizioni pietose, sia all’esterno che all’interno: alcuni miei amici stranieri, alla sua vista, sono rimasti sconcertati e delusi...».
A. C.
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