Erba: "Chi insulta i soldatinon ha niente da dire"
Erba si scopre solidale il giorno dopo il gesto di spregio contro i morti di Kabul: sassi contro le loro foto
ERBA - La civiltà contro la violenza. Questa la risposta che si danno i rappresentanti erbesi di tutti gli schieramenti e in generale la città stessa. All’indomani dell’atto di spregio nei confronti della bandiera italiana esposta in segno di lutto per l’attentato di Kabul, l’opinione pubblica si prende un momento per fermare la logica del tutti contro tutti e tornare a riflettere. Rientrano in questa linea i commenti a freddo sull’episodio che ha visto andare in frantumi, con una sassata, la teca della sede del PdL in via Diaz, dove erano esposti la bandiera e un messaggio di cordoglio ai sei soldati caduti, con le loro foto. «Quando si ha qualcosa da dire - ha detto Michele Spagnuolo, capogruppo del Pd cittadino - non si gettano i sassi. Ritengo questo gesto condannabile su tutti i fronti, primo fra tutti il non rispetto del grave lutto che viviamo in questi giorni e della bandiera che ci rappresenta tutti. La nostra, la mia è una ferma condanna ha un atto esecrabile di per sè, e che oggi più che mai non ha giustificazioni. Ritengo che i responsabili, che dovrebbero essere perlomeno individuati, non abbiano nulla da dire. Perché chi ha qualcosa da dire su quello che succede nel mondo si confronta con altre idee, dialoga con gli altri, insomma, fa politica. E la politica vera - conclude Spagnuolo - è sempre quella che induce al ragionamento, non ad atti vergognosi come questo». Ascrive l’episodio in un contesto di ignoranza e immaturità civile anche Giovanna Marelli, rappresentante in consiglio di Altracittà. «La violenza di questo gesto va al di là di qualsiasi ideologia - dice la Marelli -. È la testimonianza di un tessuto sociale che ha perso i principali riferimenti della civile convivenza. Tutti insieme ora, più che rituffarci nello scontro politico, dobbiamo ricostruire questo senso di civiltà che va perdendosi e che, tante volte, il muro contro muro di tanta politica di questi anni, purtroppo, non aiuta. Il clima dell’intolleranza verso chiunque la pensa in modo diverso, sta davvero dilagando – continua Giovanna Marelli - e c’è chi, anche in politica, lo alimenta, a volte intenzionalmente, altre volte lasciandosi trascinare. Dobbiamo fare in modo che questi atteggiamenti cambino partendo da noi, soprattutto noi adulti che volenti o nolenti facciamo da modello ai più giovani».
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