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Sabato 26 Settembre 2009
Bruni salva Caradonna
e se la prende con Gaddi
Il sindaco non accetta le critiche dell'assessore alla Cultura né quelle della stampa. "Muri e marciapiedi? Pensati per rendere più bella la città"
Como - Il sindaco Stefano Bruni difende a spada tratta il suo assessore alle Grandi opere Fulvio Caradonna, responsabile politico delle paratie. Non fa altrettanto con l’assessore alla Cultura Sergio Gaddi, responsabile, invece, di avere definito l’opera del lungolago «un ecomostro» e per questo a rischio di «licenziamento» dalla giunta. Il primo cittadino ha anche accusato la stampa di pensare «solo allo scandalo» e sulla riduzione del muro ha detto che «non si potrà scendere al di sotto del livello del progetto originario», che verso piazza Cavour prevede comunque l’altezza attuale del muro. E rivedere da zero tale progetto? «Ma non scherziamo».
«Devo ancora verificare quanto dichiarato da Gaddi ai giornali - ha detto il primo cittadino a margine della festa di inaugurazione dell’asilo “Nuovoletta” di Camerlata - ma qui non è questione di ecomostro, ma di ruoli. E comunque Gaddi è in Comune dal 1994, dov’è stato finora?». Insomma, Gaddi non dovrebbe criticare le paratie solo adesso che è venuto alla luce il pasticcio, ma avrebbe dovuto farlo prima. Ma come avrebbe potuto? L’iter degli atti e provvedimenti che hanno portato all’opera ora in fase di realizzazione, è costellato di 3 delibere di giunta. La prima, del 1995 (n° 1450), riguardava un primo progetto di massima, dove non c’era quasi traccia di alcun muro e le paratie erano tutte mobili. La seconda delibera è del 1998 (n° 979) e risulta al momento l’unico in cui è stato approvato un progetto che ricorda quello di oggi. In quella riunione dell’esecutivo - era il 21 ottobre 1998 - Gaddi non c’era, perché non era ancora assessore (lo è diventato con la prima giunta Bruni nel 2002). Era presidente del consiglio comunale. Al tavolo dell’esecutivo quel 21 ottobre 1998 erano seduti, invece, oltre all’allora sindaco Alberto Botta, lo stesso Caradonna, Bruni (allora con delega al Bilancio), Paolo Mascetti, Nini Binda, Giuseppe Villani, Franco Villani, Patrizia Maesani e Pierangelo Gervasoni.
Da allora risulta una sola altra delibera di giunta, datata 16 febbraio 2005 (n° 51). Quel giorno sì che c’era Gaddi, ma si trattava solo di affidare la direzione dei lavori ad Antonio Viola e nominare responsabile del procedimento Antonio Ferro.
«Mi chiedete se difendo Caradonna? - ha detto rispondendo a un giornalista - Certo che lo difendo, difendo sempre i miei uomini. Tanto più Caradonna di cui apprezzo la costante presenza operativa. Ha ottenuto quasi sempre risultati ottimi».
Nel discorso agli invitati all’inaugurazione del nuovo asilo, Bruni ha elogiato la cultura del bello: «Abbiamo pensato a creare una struttura che fosse bella, perché il bello è importante per la città e i cittadini. Questa è sempre stata la linea dell’amministrazione. Speriamo che la stampa comunichi questa linea e non pensi solo a fare risaltare lo scandalo. Muri, marciapiedi e lago non sono fini a se stessi, ma sono per una città più bella».
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