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Domenica 27 Settembre 2009
La Sovrintendenza
torna alla carica
Sette giorni dopo, l’architetto Alberto Artioli, Sovrintendente ai beni architettonici, torna sul putiferio scatenato dall’edificazione del muro in lungo lario Trento. Lo fa per annunciare di avere chiesto chiarimenti sia a Palazzo Cernezzi sia all’Amministrazione provinciale
COMO «Abbiamo scritto al Comune per chiedere delucidazioni in merito al muro. Ora aspettiamo una risposta. La mia opinione? Non posso che ribadire quanto già detto in altre, precedenti occasioni. Noi forniamo al più un parere di legittimità. Nel merito del progetto non entriamo».
Sette giorni dopo, l’architetto Alberto Artioli, Sovrintendente ai beni architettonici, torna sul putiferio scatenato dall’edificazione del muro in lungo lario Trento. Lo fa per annunciare di avere chiesto chiarimenti sia a Palazzo Cernezzi sia all’Amministrazione provinciale - con particolare riguardo al parere a suo tempo fornito dalla commissione paesaggio di Villa Saporiti, l’organismo che si era espresso favorevolmente alla proposta di variante avanzata dal Comune. Ciò che si vuole chiarire una volta per tutte è se l’«inconveniente» del muro fosse già previsto nel progetto originale o se sia subentrato dopo. «Dall’assessore Caradonna - spiega Artioli - ho già avuto ampie rassicurazioni... Mi ha ribadito l’intenzione di condurre in porto il progetto, garantendomi che, a opera ultimata, l’effetto sarà diverso e che, in ogni caso, sono in programma delle migliorie». Gli interrogativi sulla fruibilità del paesaggio restano comunque tutti sul tavolo, oggi come nei giorni precedenti. In ballo, del resto, non c’è soltanto la possibilità di vedere il lago dalla passeggiata o dalla sede stradale (dalla quale, comunque, sembra che non si vedrà mai più). Il problema è quello della salvaguardia dei vari "canocchiali", cioè degli spazi urbani attraverso i quali, fino a prima dell’avvio del cantiere, era possibile apprezzare il Lario, il porto Marina, la diga e, più oltre, le rive di Villa Geno, di Tavernola e di Cernobbio. Un esempio abbastanza immediato è quello di via Cairoli, la strada che congiunge piazza Volta al lungolago. Prima bastava fare capolino da dietro l’angolo della piazza per affondare lo sguardo nelle acque del lago un centinaio di metri più in là. Oggi, se il progetto non sarà più modificato, da via Cairoli e piazza Volta non si vedrà più un bel niente. Artioli ha ribadito, sempre ieri, l’intenzione di effettuare nuovi sopralluoghi nelle prossime ore: «Voglio analizzare con attenzione i progetti. Visto che si tratta, in questo caso, della tutela di un bene paesaggistico, non ci è permesso nulla di diverso da una verifica di legittimità. In ogni caso non ci tireremo indietro».
St. F.
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