Piace la Bohème del Sociale
Polemiche e assenze eccellenti

Il sindaco diserta la prima del Sociale, contestazione all'esterno del Teatro contro la giunta e contro i lavori di rifacimento di piazza Verdi. In scena un'opera bene allestita e bene interpretata

Como - Fuori la protesta, dentro la sfavillante parata del foyer per la prima de La Bohème di Giacomo Puccini. Sulle colonne del porticato penzolano una decina di fogli ciclostilati con scritto «Il verde di questa piazza è gentilmente offerto da Caradonna Giardinaggi Spa. Esperti in potature radicali, blitz notturni e cementificazione selvaggia».

Passa oltre e non guarda la bella società della “prima”, smaniosa di presidiare l’importante appuntamento della musica, ma anche della chiacchera e del gossip. Gran pienone di notabili, ieri sera, all’ouverture della stagione lirica del Sociale. Mancavano solo il sindaco e l’intera Giunta, riunita in Consiglio comunale, già fissato in precedenza. A far le veci, è stata spedita Etta Sosio (trafelatissima e con scarpe beige da giorno) in quanto rappresentante nel board della Società dei Palchettisti. Tra i dorati stucchi c’è però molto scetticismo sulla global-comunal-defezione, anche perché fino a poche ore prima l’ufficio stampa del Sociale dava per certa la presenza del numero uno di palazzo Cernezzi. Qualcuno, malignamente, mormora che Bruni si è abilmente defilato per evitare un’accoglienza più gelida della manina di Mimì. Dopo trepida attesa, si materializza invece la first lady. Raffaella sfodera un fiammeggiante abito e modi insolitamente affabili, da public relation woman, per far riguadagnare qualche simpatia al marito.

La première dame comasca arriva sola (sparito l’antico codazzo di supporter) e visibilmente ignorata dai voltagabbana che in altri momenti avrebbero scalato non solo muri, ma addirittura montagne per renderle ossequioso omaggio. Se è vero che negli eventi mondani si testa l’indice di gradimento del potere, quello del primo cittadino sembra decisamente in picchiata. Tra i volti noti manca la “teatrale” presenza di Sergio Gaddi, al quale un buontempone dedica una piccola, aforistica battuta «La politica è un delicato equilibrio tra mostre ed eco-mostri». In assenza dell’assessore-curatore rubano la scena i leghisti Edgardo Arosio e Mario Colombo, in cravatta e pochette d’ordinanza. Poi sfilano il prefetto e il procuratore della Repubblica insieme alle consorti, il comandante della Guardia di Finanza Rodolfo Mecarelli con la moglie Lucia, elegante presenza in trench di seta sopra pants gessati. Vicino a loro la guest star della serata, Mirella Freni, un nome entrato nella storia della lirica. Alla signora riserva generose attenzioni il presidente dei Palchettisti, Francesco Peronese.

Gli occhi di tutti sono però puntati sulle mises, di raffinata sobrietà. Nonostante il caldo, niente veli di chiffon. La sindrome da escort, ormai dilagante a ogni cena e party, ha evidentemente colpito anche le socialities locali. Ad evitare qualsiasi copione sexy- inquietante soprattutto le signore  politicamente schierate a destra, in abitini a dir poco francescani. Stupisce nel suo nero, Simonetta Manara Schiavetti nelle scorse stagioni ondeggiante tra il mauve e il viola. Stanno al gioco e si fanno fotografare insieme due note dame con la stessa pelliccia di cincillà. Ammiratissima e scollatissima la vulcanica padrona di casa Barbara Minghetti, in abito bianco e nero omologato alla scenografia. Sua l’idea della cena stra-cult, a fine spettacolo, nell’ex ristorante cinese, trasformato in una sorta di cava underground ricoperta di graffiti: quel che si dice un vero coup de théâtre riservato a un centinaio di selezionatissimi ospiti.

Nella Bohème di Giacomo Puccini andata in scena in apertura della Stagione lirica di tradizione 2009 e del Circuito Lirico Lombardo le mille sfumature di grigio delle scene di regista, scenografo e costumista Ivan Stefanutti unite alle mille sfumature di colore del suono pucciniano, concertato da Damian Iorio, hanno ottenuto un effetto decisamente opposto. Il giovane direttore italo-inglese ha dimostrato di mantenere fede all’intento di pulire la partitura da tutte le abitudini via via depositatesi nel tempo, restituendo sonorità limpide e molto nitide.
L’allestimento dell’Opera Festival bassanese si è specchiato nelle acque del Lario con un effetto altrettanto pulito. Le molte idee registiche e visive di Stefanutti hanno mosso la notte nebbiosa di dicembre e l’immortale clima bohemienne in una metà Novecento dal realismo schietto ed efficace.
Ai sentimenti ha pensato doverosamente la musica. L’Orchestra dei Pomeriggi Musicali ha rispettato puntualmente le intenzioni del direttore; Rodolfo, Giuseppe Talamo ha strappato un bravo nel "che gelida manina" del primo atto; Mimì Jessica Rose Cambio si è presentata al pubblico con convinzione e un’espressività adatta al ruolo.  Compatto il gruppo maschile con Marcello, Francesco Landolfi e Valdis Jansons in Schaunard. Applausi per la prestazione, come al solito, equilibrata del Coro As.Li.Co. del Circuito Lirico Lombardo, preparato da Antonio Greco, e del Coro voci bianche del Teatro Sociale di Como, curato dalla neo direttrice Pilar Bravo.

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Eco di Bergamo La prima del Sociale