Nuovo autosilo del Valduce
"Ha un impatto eccessivo"

 La facciata del nuovo autosilo dell’ospedale Valduce, in costruzione tra viale Lecco e via Dante, sarà «eccessivamente impattante, sotto il profilo di appartenenza morfologico, strutturale e vedutistico nel contesto edificato lungo le due vie interessate» secondo la commissione paesaggistica del Comune di Como

COMO La facciata del nuovo autosilo dell’ospedale Valduce, in costruzione tra viale Lecco e via Dante, sarà «eccessivamente impattante, sotto il profilo di appartenenza morfologico, strutturale e vedutistico nel contesto edificato lungo le due vie interessate». Il parere appena citato è quello della commissione paesaggistica del Comune di Como, presieduta da Fulvio Capsoni. Un parere che va contro la stessa Soprintendenza di Milano che nell’agosto 2009 aveva approvato una modifica al progetto che prevedeva la facciata in un materiale metallico auto-ossidante, denominato «corten». Per motivi strutturali il costruttore ha ritenuto di sostituire la copertura in pietra, ritenuta troppo pesante, con un rivestimento uniforme in corten. La Soprintendenza ha approvato la modifica, ma alla commissione paesaggistica non è piaciuta e l’ha bocciata nella seduta dello scorso primo ottobre.
Già altre volte il parere della Soprintendenza è stato al centro di critiche. Aveva approvato il progetto delle paratie del lungolago eppure è sorto il muro che ha oscurato la vista del lago. La stessa Soprintendenza il 25 giugno scorso aveva dato parere favorevole al progetto di variante urbanistica del vecchio ospedale Sant’Anna, approvando il mantenimento del monoblocco, ma un mese dopo la Direzione regionale del ministero dei beni paesaggistici ha, di fatto, invitato a demolire il monoblocco.
Tornando all’autosilo, la commissione comunale per il paesaggio ha ascoltao due settimane fa il progettista della struttura Maria Laura Messi, il direttore dei lavori, Carlo Messi, e il geometra Michele Pini (legale rappresentante della Valduce Servizi Spa), i quali, stando al verbale della commissione, hanno documentato «i tre anni di contatti e incontri avvenuti con la Soprintendenza finalizzati alla definizione dell’attuale soluzione progettuale, conclusi con il parere favorevole della stessa in data 11 agosto 2009». La soluzione, come detto, non è piaciuta alla commissione paesaggistica che, in sintesi, l’ha considerata fuori luogo, per non dire brutta, rispetto al contesto.
Per il momento il procedimento amministrativo per autorizzare il lavoro è sospeso. Ieri l’assessore all’Edilizia privata, Maurizio Faverio, ha annunciato che «sarà convocato a breve un incontro tra il Comune, il costruttore, la commissione per il paesaggio e la Soprintendenza, al fine di arrivare a una soluzione progettuale condivisibile da tutti».
Dario Alemanno

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