SanaVita, risarcimento basso
E il patteggiamento è a rischio

Il guru dell’anoressia vuole patteggiare e uscire di scena. Nella terza udienza preliminare, i legali del principale imputato, Waldo Bernasconi, hanno formalizzato l’istanza per il patteggiamento della pena: due anni di reclusione, con tanto di sospensione per la concessione dei benefici della condizionale

COMO Il guru dell’anoressia vuole patteggiare e uscire di scena. Ieri mattina, nel corso della terza udienza preliminare per la maxi truffa ai danni di centinaia di ragazze affette da disturbi dell’alimentazione e finite in cura nella clinica SanaVita di Lugano, i legali del principale imputato, Waldo Bernasconi, hanno formalizzato l’istanza per il patteggiamento della pena: due anni di reclusione, con tanto di sospensione per la concessione dei benefici della condizionale.
Oltre al 64enne sedicente professore luganese, hanno chiesto di poter concordare una pena e chiudere così i conti con la giustizia anche tutti gli altri imputati, ad eccezione di Silvia Bonacina, 31enne di Varese, Giuseppina Bona Carlevaro, 63enne di Bellinzona e Piero Billari, 60enne di Domodossola. I legali di questi tre imputati non hanno chiesto il patteggiamento della pena (avranno tempo per farlo, in ogni caso, in occasione della prossima udienza). Tutti gli altri sono pronti a incassare una pena, tutto sommato mite, pur di uscire dal processo.
Il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, MarianoFadda, ieri mattina si è riservato la decisione se accettare o meno l’istanza di patteggiamento. La sua firma metterebbe fine al grosso del procedimento penale, ma è appesa a un paio di questioni non da poco, una delle quali riguarda il risarcimento del danno.
Le circa sessanta ragazze che, assieme ad alcune Asl (tra le quali quella di Como), si sono costituite parte civile nell’udienza preliminare contro il guru dell’anoressia (accusato di associazione a delinquere, truffa aggravata, esercizio abusivo della professione e violenza sessuale) e i suoi soci chiedono un risarcimento complessivo che si aggira sui 3 milioni di euro. Sul piatto della bilancia, però, gli imputati hanno per ora messo "soltanto" la casa di cura SanaVita di Breganzona, una villa gravata da una pesante ipoteca e il cui valore reale non è così chiaro. Ieri si parlava di un possibile ricavo, per le parti lese, di 800mila franchi svizzeri, una cifra molto distante da quella richiesta. E proprio questa differenza, qualora non dovesse essere colmata, rischia di far saltare il patteggiamento.
«La nostra è una mera scelta processuale - chiosa l’avvocato Piermario Vimercati, che assieme al collega Angelo Giuliano difende il guru luganese - La richiesta di patteggiamento del professor Bernasconi dimostra grande responsabilità, perché consente di evitare alle parti civili un processo lungo e un’eccessiva esposizione anche mediatica delle loro vicissitudini personali».
Il giudice, Valeria Costi, ha aggiornato l’udienza preliminare al mese prossimo e, per la precisione, a lunedì 16 novembre quando si saprà se il patteggiamento sarà possibile oppure si dovrà andare in aula, per un processo che - nel caso - si preannuncerebbe lungo e particolarmente difficile.
P. Mor.

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