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Mercoledì 21 Ottobre 2009
Orario invernale dei treni
Ennesima beffa per Como
L’annuncio di un sensibile aumento della qualità, possibile proprio grazie alla fine della fallimentare esperienza di Cisalpino, rischia in realtà di tradursi in un taglio di dieci corse dirette tra Milano e Como (da 24 si scenderebbe a 14)
COMO Le ferrovie federali svizzere e Trenitalia «si impegneranno a incrementare sensibilmente la qualità dell’offerta ferroviaria tra i due Paesi, portandola a un livello che corrisponda alle legittime attese della clientela». Riletto oggi, il comunicato vergato meno di un mese fa dalle due società che detengono il 50% delle quote di Cisalpino, suona come una beffa. Perché l’annuncio di un sensibile aumento della qualità, possibile proprio grazie alla fine della fallimentare esperienza di Cisalpino, rischia in realtà di tradursi in un taglio di dieci corse dirette tra Milano e Como (da 24 si scenderebbe a 14). Il condizionale resta d’obbligo, dato che il nuovo orario entrerà in vigore il 13 dicembre, ma la bozza pubblicata su Internet in giugno, come ogni anno, dal dipartimento dei trasporti elvetico ha messo in allarme i pendolari comaschi, che da sempre considerano il documento una sorta di «anteprima». La bozza, che è in corso di revisione (il nuovo documento verrà reso pubblico dopo metà novembre), ipotizzava infatti una sforbiciata record di corse tra Bellinzona e Milano, e viceversa. Una previsione che ha allarmato anche il Pd: «La consultazione del progetto d’orario svizzero per l’inverno - si legge nel dossier curato dal consigliere regionale Luca Gaffuri - lascia intuire l’intenzione di mantenere solo i convogli provenienti da oltre Gottardo e di cancellare gli EuroCity che effettuano servizio diretto sull’asse Milano-Bellinzona». Un problema di non poco conto per chi oggi utilizza i “diretti”. Molto, a questo punto, dipenderà dalle scelte della Regione, che dovrebbe accollarsi le spese per introdurre nuovi treni, in sostituzione di quelli cancellati. Difficilmente accadrà. Nell’agosto scorso, peraltro, il Canton Ticino si era detto disponibile a fare la sua parte per attivare tre coppie di treni interregionali tra Bellinzona e Milano, a patto che la Regione si accordasse con un operatore ferroviario per la gestione dei treni nella tratta Chiasso-Milano.
Il Pd, inoltre, denuncia l’evidente squilibrio tra le risorse stanziate per la linea ferroviaria Milano-Varese e quelle destinate alla tratta comasca, differenza che si ripercuote sulla qualità e la frequenza del servizio: «La Regione ha investito molto di più per collegare a Milano le città di Varese e Lecco, rispetto a quanto speso per Como - dice Luca Gaffuri - Il nostro territorio, pur beneficiando di treni provenienti dall’estero, risulta così nettamente sfavorito rispetto ad altri. Bisogna invertire al più presto questa tendenza, per garantire un servizio di qualità ai pendolari ma anche a chi non si ferma a Milano ma deve raggiungere altre città». Ogni giorno, sintetizza il dossier del Partito democratico, da Como a Milano circolano 14 diretti sulla linea delle Ferrovie dello Stato e 4 su quella delle Nord; da Varese a Milano, invece, i diretti sono 14 sulla linea Fs e 9 sulle Nord. Al rientro da Milano a Como, sono 13 i convogli diretti sulle Fs e 5 sulle Nord; da Milano a Varese viaggiano 13 diretti di Trenitalia e 12 delle Nord. «Già oggi - si legge - ci sono molti più treni che servono Varese e lo squilibrio aumenterà dopo gli ipotizzati tagli di dicembre». Per Gaffuri, «è inaccettabile prevedere dieci treni in meno. Al contrario, in questo momento sarebbe opportuno potenziare il servizio, visto che il cantiere per la terza corsia della A9 non agevolerà certo il traffico veicolare e in molti potrebbero optare per il treno».
Mi. Sa.
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