Bruni, schiaffo a Carioni:
«Caradonna non si tocca»

«Carioni ha fatto un intervento costruttivo, ma Caradonna non sarà revocato». Lo ha dichiarato il sindaco Stefano Bruni all’indomani delle dichiarazioni del presidente di Villa Saporiti e commissario provinciale della Lega Nord, Leonardo Carioni, che lo aveva invitato, senza mezzi termini, a prendere provvedimenti dopo la mozione di sfiducia contro Caradonna

COMO «Carioni ha fatto un intervento costruttivo, ma Caradonna non sarà revocato». Lo ha dichiarato ieri il sindaco Stefano Bruni all’indomani delle dichiarazioni del presidente di Villa Saporiti e commissario provinciale della Lega Nord, Leonardo Carioni, che lo aveva invitato, senza mezzi termini, a prendere provvedimenti dopo la mozione di sfiducia contro Caradonna, approvata martedì sera con ben 26 voti favorevoli (15 dell’opposizione, 3 della Lega e gli altri quasi tutti del Pdl) e solo 3 contrari a difesa dell’assessore. Uno schiaffo per il Carroccio, che pur avendo esternato in modo chiaro le sue critiche al muro del lungolago e all’assessore, ritenuto il responsabile politico, non riesce proprio a imporre la sua volontà. Che è poi la volontà del consiglio comunale: Caradonna deve dimettersi o essere revocato. Intanto è slittato l’incontro del Pdl sulla questione, previsto ieri pomeriggio.

“SCHIAFFO” ALLA LEGA Dopo la sfiducia a Caradonna il capogruppo in consiglio, Giampiero Ajani, ha prima chiesto che Caradonna facesse «un saggio passo indietro», poi ha detto che «se non lo fa lui, spontaneamente, dovrebbe essere il sindaco a farglielo fare». Il presidente dell’amministrazione provinciale, Leonardo Carioni, ha invitato Bruni ad ascoltare la volontà della città e dell’aula di Palazzo Cernezzi: «Il sindaco non può non tener conto dell’espressione del proprio consiglio. Va bene la fiducia tra assessore e sindaco, ma si renda conto che ha quasi tutto il consiglio contro. A mio parere la riflessione la deve fare, questa non è una cosa leggera e sbaglia a dire che Caradonna non si tocca». Poi ha aggiunto: «Non solo la Lega si è espressa criticamente, ma tutto il consiglio. Non capisco perché il sindaco si ostini a tenerlo, si assisterebbe ad una farsa». Sul muro, del resto, ci ha messo la faccia lo stesso Umberto Bossi, creando personalmente lo slogan “Abbattiamo il muro. Como non è Berlino”. Il muro, però, è ancora su. E Caradonna è al suo posto, e pare ci rimarrà a lungo. Infatti, per tutta risposta ieri il sindaco Bruni ha ribadito che «di certo Caradonna resta in giunta». Lo ha affermato pur dopo avere definito l’intervento di Carioni «costruttivo».

INCONTRO BRUNI-BUTTI Il clima tra Bruni e la Lega non è dei migliori. Resta da vedere come siano i rapporti interni al Pdl. Fino a pochi giorni fa il sindaco e il coordinatore provinciale, Alessio Butti, si facevano la guerra a colpi di dichiarazioni sui giornali. Ieri si sarebbero dovuti incontrare, insieme al vicecoordinatore Giorgio Pozzi, per affrontare il nodo del muro e della sfiducia a Caradonna. L’incontro è però saltato a causa di un contrattempo del senatore Butti. «Mi sono incontrato per pochi minuti con il sindaco – ha detto Pozzi – ma non siamo entrati nel merito della questione. Domani (oggi, ndr) sarà fissato un nuovo incontro che si svolgerà nel giro di pochi giorni». Se il partito sosterrà a spada tratta la volontà di Bruni, è verosimile che Caradonna resti davvero in giunta fino a fine mandato. In tal caso la Lega, i cui assessori nella passata amministrazione si dimisero per molto meno, come si comporterà?
Dario Alemanno

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