Economia
Mercoledì 04 Novembre 2009
Artigiani pakistani e marocchini
al fianco dei nostri falegnami
Alla Mostra mercato dell'Artigianato in corso a Lariofiere e che restareà aperta fino a domenica, a mettere in evidenza la provenienza territoriale, oltre alle lavorazioni tipiche dei distretti del mobile e della seta, era soprattutto anche la grande differenziazione gastronomica, dai prodotti tipici del Lario fino a quelli più alpini. Adesso invece, insieme alle spezie autoctone, si trovano anche il tè verde cinese, il karkadè e la menta pepata dall’Egitto, o ancora infusi dal sud America.
Nella roccaforte degli artigiani locali approda anche l’etnico: quest’anno a Lariofiere ben tre espositori stranieri fra gli stand della Mostra mercato. La grande novità è il made in Vietnam, con abiti orientali e sciabole da collezione. Ma anche tappeti marocchini, erbe, tè ed infusi provenienti da tutto il mondo. Alla mostra, che rimarrà aperta fino a domenica, eravamo abituati a trovare quasi esclusivamente prodotti tipici della Brianza o per lo meno italiani. A mettere in evidenza la provenienza territoriale, oltre alle lavorazioni tipiche dei distrett del mobile e della seta, era soprattutto anche la grande differenziazione gastronomica, dai prodotti tipici del Lario fino a quelli più alpini. Adesso invece, insieme alle spezie autoctone, si trovano anche il tè verde cinese, il karkadè e la menta pepata dall’Egitto, o ancora infusi dal sud America. Il «Mondo del tè» di Gaber Maged, porta con la fantasia ad evadere le mura di Lariofiere per ritrovarsi in un mercato egiziano, dove profumi e colori inebriano le vendite all’aria aperta. La stessa sensazione si può provare imbattendosi nello stand di Abou Haouari Noureddine, marocchino di origini berbere, che nel suo paese d’origine fa provvigione di tappeti per poi commerciarli in Italia e un po’ in tutta Europa. I tappeti sono realizzati a mano e con colori naturali, come il rosso dal papavero, oppure il giallo dallo zafferano. Sono le donne a realizzare questi capolavori tessili, che insieme ai modelli orientali sono apprezzati in occidente fin dai secoli passati. Questi espositori si dedicano alle venite nelle fiere e i prodotti che commerciano sono tutti provenienti con i paesi d’origine, non si tratta di una produzione in loco. Dello stesso registro è il banco vendita di Anjoe Ooi, splendida donna orientale che nella sua bancarella propone articoli di vestiario ed accessori vietnamiti, ma anche sciabole della Malesia, provenienti direttamente da Kuala Lumpur, generalmente articoli per collezionisti. A colpire in questo caso sono i prezzi, oltre all’eleganza e all’essenzialità delle linee d’abbigliamento orientali a cui spesso si sono ispirati anche i grandi stilisti. Sono tutti capi made in Vietnam, confezionatati con lino o seta grezza: kimoni, camicie, completi o abiti da sera, spesso caratterizzati dalla chiusura laterale e dai tipici disegni orientali, comuni anche a Giappone e Cina. Dragoni e fiori acquatici, ornano camicette a partire dai 15 euro, oppure completi a 40 euro. Sono sicuramente prezzi competitivi rispetto ai prodotti di manifattura italiana, che nonostante la provata qualità spesso non sono per le tasche di tutti ed anche a Lariofiere non fanno eccezione. Sulla bancarella orientale, si possono inoltre trovare diversi articoli che con la cultura italiana fanno un po’ a pugni, come i bastoncini,di buon augurio, per mangiare il riso, oppure dei ninnoli e gattini sonori in stile manga. La mostra mercato del resto è un tributo all’artigianato, una tappa obbligatoria per chi ama il bello e per chi cerca qualità e creatività, ma non è specificato di che nazionalità.
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