Bruni: no al nuovo progetto
«L’ipotesi non mi soddisfa»

Il sindaco ha chiarito che sono al momento tre le possibili modalità di intervento che sta vagliando il lato tecnico. In sostanza c’è la soluzione che non prevede alcun tipo di costruzione e che lascia tutta la fetta di nuovo lungolago libera e molto simile a una pista di atterraggio

COMO «Sul muro i tecnici stanno lavorando su un’ipotesi che non mi soddisfa. L’obiettivo del consiglio comunale è quello di togliere completamente i manufatti e non vanno bene soluzioni parziali». Il sindaco ha chiarito che sono al momento tre le possibili modalità di intervento che sta vagliando il lato tecnico. In sostanza c’è la soluzione che non prevede alcun tipo di costruzione e che, in pratica, lascia tutta la fetta di nuovo lungolago libera e molto simile a una pista di atterraggio. Qualora, come pare, venisse selezionata, andrà previsto l’arredo urbano inteso come lampioni, fioriere, panchine. Le altre due ipotesi prevedono la posa di alcune fioriere in muratura di altezza variabile, intervallate da paratie mobili. «Sono tre le ipotesi - ha precisato Bruni - una radicale che prediligo e due intermedie che prevedono un parziale mantenimento del muro. I tecnici sembrano orientati verso questa direzione che non è coerente con quanto stabilito dal consiglio comunale». E nei giorni scorsi il pm Simone Pizzotti ha effettuato un sopralluogo sul cantiere delle paratie dopo aver ricevuto la relazione della Forestale.
Ad ogni modo sarà la parte politica (al tavolo non ci sarà solo il Comune, ma anche la Regione e la Provincia) a scegliere quale delle tre possibilità viene reputata la migliore per risolvere il problema lungolago. Questo, tra l’altro, riguarda il tratto che va dai giardini a lago a piazza Cavour e dovrà essere analizzata anche la fascia dal salotto buono a Sant’Agostino. Quello che è certo è che, a prescindere dalla soluzione adottata, il lago non si vedrà mai più come prima dell’avvio dei lavori. La riva verrà infatti alzata di circa 70 centimetri e con l’allargamento fino a un massimo di 24 metri la visuale è decisamente ridotta. Ieri il sindaco ha anche precisato che il direttore dei lavori, Antonio Viola, resterà al suo posto nonostante la sfiducia del consiglio comunale passata con 28 voti (15 di opposizione e 13 di maggioranza). «Sostituirlo - ha detto ieri Bruni - vorrebbe dire bloccare tutto. Abbiamo gli occhi della Provincia, della Regione, della procura e della città puntati e difficilmente si troverebbe un sostituto. Chi si assumerebbe oggi l’onere della direzione lavori? Viola ha la mia piena fiducia e si deve andare avanti». Quindi il tecnico resterà al suo posto, anche se si era detto pronto a lasciare.
Oltre a Viola il consiglio comunale aveva sfiduciato anche il responsabile del procedimento Antonio Ferro (con 25 voti) e aveva anche richiamato il direttore generale Nunzio Fabiano a un maggiore controllo dell’operato dei dirigenti. A oggi di tutti i "responsabili" a vario titolo individuati dal consiglio comunale per la vicenda del muro a fare un passo indietro (dopo 40 giorni dalla scoperta del muro e 12 dal voto di sfiducia) è stato finora l’assessore alle Grandi opere Fulvio Caradonna sostituito dal più grande contestatore del muraglione Stefano Molinari (che non si occuperà, comunque, del muro).
Gi. Ro.

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