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Venerdì 06 Novembre 2009
Influenza A, ottomila casi
nell'ultima settimana
«Siamo già ben oltre il picco influenzale dell’anno scorso». Rispetto a quella tradizionale, l’influenza A sta dimostrando una capacità di diffusione molto più alta, tanto che le stime parlano di circa ottomila comaschi messi ko dal nuovo virus soltanto nell’ultima settimana
COMO «Siamo già ben oltre il picco influenzale dell’anno scorso». Rispetto a quella tradizionale, l’influenza A sta dimostrando una capacità di diffusione molto più alta, tanto che le stime parlano di circa ottomila comaschi messi ko dal nuovo virus soltanto nell’ultima settimana. «Il livello di incidenza è superiore al picco epidemico raggiunto nella stagione scorsa - spiega Maria Gramegna, responsabile del dipartimento Prevenzione dell’Asl di Como - Nel 2008, di questi tempi, l’influenza non era ancora nemmeno arrivata e anche quest’anno, di fatto, l’influenza tradizionale per ora non c’è. L’unico virus che sta circolando è l’Ah1n1». Il boom di malati non ha comunque colto di sorpresa gli esperti: «Ci aspettavamo un numero di contagiati molto maggiore rispetto a quello registrato negli anni scorsi con l’influenza tradizionale. Chi viene colpito, tuttavia, presenta un quadro clinico contenuto, che non desta preoccupazione». Particolarmente “tartassati”, anche negli ultimi giorni, bambini e ragazzi fino a 14 anni: i dati della rete di sorveglianza «Influnet» rivelano che l’incidenza nella fascia 0-4 anni è raddoppiata nell’arco di una settimana, passando da 9,2 casi ogni mille assistiti agli attuali 17,9 e addirittura quasi triplicata nella fascia 5-14 anni, passando da 13 casi ogni mille a 33. All’interno di quest’ultima categoria, insomma, il 3% è stato contagiato dal nuovo virus nella settimana appena trascorsa. «I casi - dice Gramegna - sono in notevole aumento, la curva è destinata a salire ancora per diverse settimane». E se è di ieri la notizia del decesso di una bambina di sette anni con l’influenza A, a Lentate sul Seveso (un soggetto a rischio in quanto disabile e affetta da una grave broncopolmonite), sul Lario due giorni fa si è saputo che sono una decina le persone ricoverate nei vari presidi del Sant’Anna per complicanze polmonari legate alla nuova influenza: «Questi casi non ci vengono segnalati, poiché non richiedono il ricovero in Terapia intensiva. E per ora non ci sono state situazioni che l’hanno reso necessario».
Sebbene gli esperti continuino a ripetere che l’influenza A è del tutto simile alla classica influenza invernale (causa febbre, tosse e malessere generalizzato), gli stessi dati raccolti dall’Asl lariana confermano che, negli ultimi giorni, c’è stato un boom di accessi ai pronto soccorso pediatrici, complice l’effetto psicosi: «A livello provinciale, nella settimana appena trascorsa sono stati visitati in pronto soccorso 369 minorenni che presentavano sintomi influenzali - spiega il direttore del dipartimento Programmazione, Vittorio Bosio - Si tratta del 29,6% sul totale degli accessi nelle strutture di emergenza». Pochi, invece, gli adulti che si sono precipitati in pronto soccorso, come sottolineato di recente anche dal primario del Sant’Anna: «In una settimana sono stati 61, pari al 2,7% - dice Bosio - Nel complesso, comunque, gli accessi ai pronto soccorso in provincia di Como negli ultimi sette giorni sono aumentati del 26,3% rispetto ai sette giorni precedenti. In totale siamo arrivati a 3.536, suddivisi in 2.290 adulti e 1.246 minori di 18 anni. Ma per il momento possiamo dire che, nonostante la crescita, le strutture stanno reggendo. I dati più recenti - conclude il direttore - ci dicono che la settimana in corso non dovrebbe discostarsi troppo da quella trascorsa, siamo intorno ai 450-500 accessi complessivi in pronto soccorso. Resta molto alta la percentuale di bambini e ragazzini visitati». Per l’assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani l’andamento della pandemia «è quello che si attendeva». E anche ieri Bresciani ha ricordato che «l’influenza A si può curare tranquillamente a casa» e che «è opportuno andare in ospedale solo in caso di complicanze».
Michele Sada
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