Salute
Lunedì 08 Agosto 2011
A caccia di funghi in Bergamasca
Ma la commestibilità va verificata
Da sempre i funghi destano notevole curiosità ed interesse da parte di numerose persone che si dedicano. L'Asl di Bergamo attiva come ogni anno un servizio gratuito di certificazione della commestibilità a favore dei cittadini raccoglitori.
È importante effettuare il controllo sulla commestibilità dei funghi sia nel più breve tempo possibile che sull'intero quantitativo raccolto onde prevenire intossicazioni legate a specie non commestibili o a porzioni di funghi contenenti parti nocive. Alla visita i funghi devono essere presentati esclusivamente in contenitori rigidi e forati, in cestini o in analoghi contenitori, separando con opportuni accorgimenti le diverse categorie di funghi: freschi (non congelati o scongelati, non essiccati, non diversamente conservati); interi (non recisi o tagliati, non spezzettati, non lavati, non raschiati o comunque privi di parti essenziali al riconoscimento); sani ed in buono stato di conservazione (non larvati, non ammuffiti, non fermentati, non fradici, non eccessivamente maturi); puliti da terriccio, foglie e/o corpi estranei; provenienti da aree non sospette di esposizione a fonti di inquinamento chimico o microbiologico (discariche di rifiuti, cumuli di macerie, sponde di corsi di acqua lurida, pascoli ove si sia verificata la transumanza soprattutto di pecore, parchi e giardinetti cittadini, vicinanze di aeroporti, autostrade, strade ad intenso traffico veicolare, stabilimenti industriali, forni inceneritori, cimiteri, centrali elettriche, frutteti e/o colture trattate con antiparassitari).
Dopo il controllo ispettivo i funghi considerati commestibili dovranno essere conservati in luoghi freschi all'interno di contenitori rigidi ed aerati e consumati nel più breve tempo possibile, secondo quanto indicato dall'Ispettorato durante il controllo, in quanto il consumo in avanzato stato di maturazione o con una cottura inadeguata può determinare la nocività degli stessi funghi; mentre i funghi valutati non commestibili verranno confiscati dall'Ispettorato.
L'unico metodo sicuro per stabilire se un fungo si può consumare tranquillamente è quello di saperlo identificare, sulla base delle sue caratteristiche, come appartenente a specie di comprovata commestibilità, tuttavia è bene osservare le seguenti cautele: non fidarsi né dei cosiddetti esperti né di detti popolari ma consumare solo funghi commestibili e ben cotti (ad eccezione delle pochissime specie che si prestano al consumo da crudo; la maggior parte dei funghi mangerecci provocano disturbi o avvelenamenti se consumati crudi o poco cotti); non consumare funghi se prima non sono stati controllati da un micologo esperto o se si ha qualche dubbio sulla loro commestibilità; non far consumare funghi a bambini, a donne in stato di gravidanza o durante l'allattamento né a persone affette da particolari patologie intolleranti verso alimenti, farmaci o che abitualmente soffrono di disturbi al fegato, allo stomaco, all'intestino/pancreas, senza il previo consenso del medico curante; non consumare mai porzioni abbondanti di funghi ed evitare il consumo temporalmente ravvicinato.
Se dopo aver consumato funghi avvertite dolori addominali, vomito, diarrea o altra sintomatologia contattate subito: il medico di assistenza primaria; il Pronto soccorso dell'ospedale più vicino; il Centro antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo (il Cav) al numero verde 800. 883.300. Nel recarsi al Pronto soccorso dell'ospedale per un'intossicazione da funghi è necessario portare eventuali avanzi del pasto e dei funghi consumati; eventuali scarti di parti di fungo conseguenti la pulizia degli stessi, fornendo indicazioni sul luogo di raccolta e/o consumo, sul raccoglitore o luogo di acquisto, sulle modalità di conservazione, preparazione e consumo ed ogni altro elemento utile per l'identificazione delle specie fungine consumate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA