Un giornale vive anche di buone notizie. Ed è tale la svolta, annunciata ieri, dei fondi trovati dal Comune per riparare il battello spazzino affondato lo scorso autunno.
Con una spesa di 52mila euro l’amministrazione provvederà a rimettere in sesto il mezzo affondato lo scorso ottobre e da allora fermo nel cantiere di Tavernola. Si tratta, va detto, di una decisione di buon senso, ancorché tardiva, e del resto alternative non ce n’erano. Potevamo pensare di accogliere i turisti di Expo con i rifiuti galleggianti nel primo bacino? A Como negli ultimi anni si è visto di tutto ma una tale scempiaggine sarebbe risultata troppo anche per il pubblico amministratore più sordo al richiamo popolare. L’assessore Magatti, che sordo non è, è riuscito a sbloccare questa vicenda e di ciò gli va dato merito. Intervenendo prima però, non cinque mesi dopo l’incidente, avrebbe evitato la brutta figura con i gitanti negli ultimi week end. E fortuna sua e dei comaschi che il vip di turno a passeggio non abbia raccontato al mondo la miseria del nostro lago. Che razza di pubblicità negativa a livello mondiale avremmo avuto se ad esempio il campione dell’Inter Mauro Icardi, qualche settimana fa ai giardini con la famiglia, si fosse fatto un selfie con l’immondizia sullo sfondo? Questa vicenda insegna, una volta di più, che il lago e le passeggiate cittadine sono un piccolo gioiello da maneggiare con cura, un po’ come il giardinetto di casa nostra. Chi di noi lascerebbe che sul proprio vialetto crescessero erbacce di ogni genere? Nessuno, ovviamente. Ecco per le zone più belle di Como dovrebbe scattare lo stesso meccanismo mentale che ciascuno di noi ha per gli ambienti domestici dove il disordine si può tollerare al massimo per qualche ora.
C’è ancora tanta strada da percorrere. Lo racconta anche quanto avvenuto a Villa Olmo dove da circa un anno e mezzo si trovano, accanto a uno dei monumenti più preziosi e frequentati di Como, gli attrezzi (dai frigoriferi alle griglie) lasciati dal locatario del ristorante al momento della cessazione dell’attività. Possibile che sia trascorso tanto tempo senza che a nessun amministratore comunale venisse in mente di eliminare questa sorta di mini discarica? Anche in questa microstoria di degrado e sciatteria c’è tanto della Como che non si ama, non si piace, non crede alla propria bellezza e quindi alle proprie potenzialità. Se non si cambia mentalità dove vogliamo andare? Siamo, è circostanza nota, alla vigilia della trasformazione della Villa grazie anche al maxi contributo della Fondazione Cariplo. Ma siamo pronti a gestire un progetto così ambizioso e un investimento così importante senza piena consapevolezza del valore di ciò che abbiamo per le mani? Tutti i comaschi dovrebbero fare un esame di coscienza. Certo, c’è la responsabilità di chi abbiamo eletto al governo cittadino ma è illusorio pensare che un reale cambiamento si possa ottenere solo cambiando sindaco e assessore. Abbiamo tutti da fare un passo avanti. Anche quei nostri concittadini che si scandalizzano, giustamente, per la discarica ma poi se la prendono con i vigili quando multano i proprietari per i cani lasciati nel parco senza guinzaglio. Dobbiamo cambiare il modo di considerare la nostra città e amarla anche nelle piccole cose. O cambiamo o siamo fritti.
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