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Martedì 31 Luglio 2012
A Parre torna
la Sagra del Capù
È tutto pronto a Parre, in alta Val Seriana, per la nuova edizione del Festival del Folklore e della Sagra del Capù. La doppia manifestazione andrà in scena da venerdì 3 agosto a domenica 5 agosto, nel campo sportivo del Comune.
«La ricetta che riproponiamo noi – spiega il presidente dei Lampiusa, Giovanni Bossetti – è una ricetta tipica delle nostre zone. Il capù si presenta come una grossa polpetta ricoperta con foglie di verza e la nostra particolarità è che il ripieno è di magro, come il ripieno degli scarpinocc, i ravioli tipici di Parre; ovvero preparato con pangrattato e formaggio stagionato. Non c'è dunque carne e questo è significativo perché i nostri avi erano poveri: così si accontentavano di un po' di formaggio e di qualche spezia».
I capù, serviti con l'immancabile polenta, ad oggi sono molto apprezzati, anche da gente che viene da fuori, proprio perché quasi più nessuno li cucina più in casa. Alla sagra, giunta alla 18° edizione, verranno anche serviti altri piatti locali e farà da contorno il Festival del Folklore che vede quest'anno come ospiti il gruppo Ritminfolk di Rezzato (Bs) nella serata di venerdì e il gruppo Arcobaleno di Pergine Valdarno (Ar) nella serata di sabato.
Gran chiusura poi nella giornata di domenica con la sfilata alle 9.30 con partenza dal campo sportivo, a cui seguirà la Santa Messa alle 10 e in serata ancora apertura delle cucina e musca con orchestre. «Il nostro festival è ben consolidato – dice Gianluca Cossali, coordinatore del festival – e anche quest'anno i due gruppi folk che parteciperanno ci faranno rivivere un po' delle loro tradizioni».
Durante la manifestazione sarà inoltre allestito l'angolo antico, zona in cui si potranno ammirare uomini e donne vestiti con il seicentesco costume che riproporranno gli antichi mestieri e le antiche ricette. Il gruppo Lampiusa, detentore dell'originale costume di Parre, si avvicina al 45° anno di fondazione che ricorrerà l'anno prossimo: «Un traguardo importante – conclude Bossetti – al quale ci stiamo preparando al meglio, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni alle quali lasciare il passato delle nostre zone da tramandare».
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