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Martedì 16 Dicembre 2008
Accelera la fusione dei ghiacci
Allarme per i prossimi 20 anni
Uno studio internazionale lancia l'allerta: sia al Polo Nord che al Polo Sud i ghiacci si stanno sciogliendo con maggiore velocità del previsto. E ciò accelererà anche i cambiamenti climatici, a partire da un maggiore riscaldamento all'innalzamento del livello dei mari
Con almeno un decennio di anticipo sulle previsioni, la temperatura della regione artica si sta innalzando a una velocità maggiore del resto del mondo; la fusione dei ghiacci si accelera e la riduzione della loro estensione, in una spirale irrefrenabile, determina a sua volta un rialzo più rapido delle temperature.
Lo dicono, inequivocabilmente, i dati raccolti dai ricercatori dell'NSIDC, il National Snow and Ice Data Centre del Colorado (Usa), che hanno registrato in questo autunno appena trascorso una temperatura dell'aria più alta di quanto calcolato nelle previsioni. La spiegazione sta nell'accresciuta fusione dei ghiacci artici durante l'estate che ha causato un'accumulazione di calore nell'oceano.
In una parola, il fenomeno viene definito dagli scienziati «Arctic amplification», ma non era atteso prima del 2025-30 (secondo il modello più pessimistico). E siccome la regione artica è considerata dai climatologi la cartina di tornasole dei futuri eventi climatici dell'emisfero nord, ma anche dell'intero pianeta, questo segnale viene considerato di estrema importanza.
Lo studio, che verrà presentato all'incontro annuale dell'American Geophysical Union a San Francisco, non rivela niente di nuovo nei contenuti, anzi conferma la tendenza già individuata da anni, ma senz'altro registra un'accelerazione inaspettata pur se temuta.
Secondo Massimo Frezzotti, responsabile del Laboratorio Osservazioni Climatiche dell'Enea "tutto va molto più veloce di quanto si prevedeva: sia la riduzione dell'estensione dei ghiacchi, sia la riduzione della massa delle calotte (Groenlandia e Antartide) e il conseguente innalzamento del livello del mare".
«La riduzione dell'estensione del ghiaccio marino in Artide - spiega il glaciologo - comporta un maggior immagazzinamento di calore da parte dell'oceano (lasciato libero dal ghiaccio, il mare assorbe la radiazione solare mentre il ghiaccio la riflette, ndr.) che poi viene rilasciato in atmosfera riscaldandola nell'autunno successivo (Amplificazione Artide)».
I modelli finora elaborati avevano previsto per il periodo estivo del 2070 una completa fusione dei ghiacci in Artico, ma molti ormai temono che questo possa accadere già nei prossimi vent'anni.
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