
(Foto di Riccardo Ambrosio)
La novità Da oggi in circolazione il nuovo album del pianista e compositore comasco: “Wind of Gea”
Esce oggi, “Wind of Gea”, il nuovo album del pianista e compositore comasco, Alessandro Martire, riconosciuto artista internazionale, noto per i suoi singolari progetti musicali che lo hanno portato a suonare in contesti insoliti ed esclusivi, non ultima l’ormai famosa performance sull’acqua del lago di Como, il “Floating Moving Concert”.
Il disco, pubblicato dalla prestigiosa Carosello Records, rappresenta un altro passo avanti per il musicista, capace di dipingere delicatissimi e suggestivi paesaggi sonori con le note, spesso rarefatte ed emozionali, del suo strumento, dando corpo a composizioni che sembrano danzare in equilibrio perfetto tra introspezione intima e osservazione dei grandi scenari offerti dalla natura e dai più singolari contesti architettonici e urbani.
Si tratta di un passo importante nella carriera del pianista, dopo il concerto sul ghiaccio, Ice Waves Concert, le soddisfazioni raccolte con la direzione artistica del Lake Endless Joy Festival, e perfino un’intervista one-to-one su Forbes US, a testimoniare il crescente interesse per i suoi originali progetti.
L’idea ha iniziato a prendere forma durante la pandemia, quando, nonostante tutto, non mi sono mai fermato. Le basi sono state gettate a casa, nel mio studio. la scrittura di molti dei brani risale al 2020, mentre stavo presentando il disco precedente. In una seconda fase, che ha poi portato alla registrazione dell’album, mi sono concentrato sugli arrangiamenti e sulle collaborazioni, in parallelo con gli altri progetti che mi hanno consentito di esibirmi in contesti che sono stati anch’essi una costante ed inesauribile fonte di preziosi spunti creativi.
Senza dubbio è il mio disco più importante, al quale ho dedicato davvero molta attenzione, sia nella composizione che negli arrangiamenti. Credo traspaia una maggiore maturità, e consapevolezza. Sono soddisfatto dalle collaborazioni con gli altri musicisti. Ci sono brani molto intimi e dalle atmosfere rarefatte, ma anche esperienze più aperte. In particolare con “Victory” ho realizzato un brano per sola orchestra nel quale mi sono calato nei panni del compositore, della scrittura, più che dell’esecutore, ed è tra i pezzi dell’album che preferisco.
È una parte fondamentale del mio modo di sviluppare le idee. Ciascun brano racconta come musica e natura si fondano e creino un vento interiore, profondo ed emozionale, come una sorta di colonna sonora di luoghi che rimangono impressi indelebilmente. Tutte le esperienze che ho fatto hanno trovato spazio nella composizione di questi pezzi.
I concerti in teatro non li ho mai abbandonati. Non molto tempo fa ho avuto l’occasione di esibirmi, con una intera orchestra, ad Astana, in Kazakistan, sicuramente la sala di un teatro conserva un fascino unico e conto di tornarci più spesso. Prima vorrei completare il progetto iniziato con il concerto sull’acqua , proseguito con il concerto sulla neve di Champoluc e che concluderò, il 7 marzo, con l’esibizione nel deserto di AlUla in Arabia Saudita.
A dicembre è in programma un concerto speciale nelle sale della Pinacoteca, a breve comunicherò la data.
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