Laura Bonalumi è una mamma-scrittrice. È convinta che con i ragazzi si possa parlare di tutto.
«Basta farlo nel modo giusto e volendo sapere cosa ne pensano loro (i ragazzi, ndr)» dice. Laura, forte di questa sua convinzione, ha deciso di scrivere libri e l’ultimo lo ha dedicato ai temi dell’amicizia, della natura e degli animali, ma anche della morte.
Il suo ultimo libro si intitola “Voce di lupo” (Piemme, Battello a vapore, 192 pag., 12 euro) e racconta della vita di tre ragazzi che si trovano a vivere un’esperienza che cambierà loro la vita. Uno di loro se ne andrà, morirà, l’altra si sentirà oppressa da questa partenza e il terzo dimenticherà il suo nome per non ricordare la separazione.
Laura, ma perché ha fatto morire uno dei suoi protagonisti, perché scrivere di morte?
I ragazzi mi fanno spesso questa domanda, quelli che incontro presentando il mio libro me lo chiedono. Io mi sono messa a parlare di questo tema perché nutro una stima profondissima per i ragazzi e per le mie due figlie di 14 e 17 anni. Le osservo e mi ispirano. Con i ragazzi si può parlare e raccontare di tutto con forma e parole giuste. Perché ho fatto morire un ragazzo? Perché purtroppo la vita ci fa vivere anche queste situazioni, ed è importante provare a parlarne perché, facendolo, è come se dividessi con te il mio dolore e tu mi consolassi perché io possa andare avanti.
Quindi mai nascondere il dolore...
No, nasconderlo non serve, è meglio parlarne. I ragazzi sono più liberi dei grandi e potrebbero essere d’aiuto ad altri ragazzi e agli adulti, anche quando si parla di morte.
Nel libro la morte è raccontata insieme la montagna e agli animali, perché li ha scelti come sfondo?
Perché per loro ho una grande passione. Quando io spiego, per esempio, che uno dei protagonisti del libro dimentica il suo nome spiego anche che lui torna nel bosco e la natura è sua amica. Il silenzio della natura rispetta l’uomo ferito gli permette di sentire se stesso. Anche l’incontro che farà con un lupo lo aiuterà a capire. Il lupo e il ragazzo non potranno parlarsi, ma i movimenti dell’animale e il suo silenzio faranno trovare al ragazzo che soffre le risposte che cerca. E le troverà in se stesso. Attenzione però, nel libro c’è anche una storia d’amore!
Su La Provincia in edicola il 23 maggio l’intera intervista alla scrittrice
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