Società e Costume
Domenica 31 Luglio 2011
Amy Winehouse, l'ex suocera
"Non date colpa a mio figlio"
Per la prima volta parla la madre di Blake Fielder Civil, che aveva sposato nel 2007 la cantante suicidatasi. "Nonostante la separazione si vedevano come grandi amici" ha ribadito la donna, negando il fatto che sia stato suo figlio a gettare la star nella prostrazione
LONDRA - "Non accusate mio figlio della morte di Amy" Winehouse: è l'appello della madre di Blake Fielder Civil, l'ex marito della cantante morta a soli 27 anni. La coppia - ha giurato Georgette al Mail online - si amava ancora
molto.
"Non sto chiedendo a nessuno di dire 'povero Blake', non voglio difendere il suo comportamento e lo conosco per quello che è: un tossico e ha fatto delle cose terribili", ha raccontato la donna, nella sua prima intervista da quando la ex nuora-star di "Rehab" è stata trovata morta nella sua casa a Londra. "Credo però che sia stato preso come capro espiatorio per quanto successo a Amy, quando la verità è, di fatto, molto più complicata", si è sfogata.
Prima di morire, ha ricordato la madre del 29enne attualmente in prigione per furto, Amy lo chiamava spesso. Amici di Blake le hanno riferito che lei gli ha telefonato in prigione anche il giorno prima di morire e gli aveva chiesto di organizzare una visita.
Dietro le foto della trasgressiva coppia tatuata - sostiene Georgette, che la cantante chiamava 'Mumsie' - e i litigi anche furibondi in strada, c'erano "due persone giovani e intelligenti che erano profondamente innamorate, con un legame molto forte".
Il padre della star si era sempre opposto alla relazione e ha spesso accusato Blake di avere introdotto la figlia al consumo delle droghe pesanti: "Il fatto è che a Mitch non è mai piaciuto Blake dall'inizio".
Blake scherzava spesso dicendo di sentire che l'ex tassista sessantenne era ai piedi del loro letto. Amy e Blake, la cui relazione era cominciata in una notte di alcol a Londra all'inizio del 2004, si erano sposati nel maggio del 2007 a Miami in una cerimonia segreta con testimoni improvvisati. Sei mesi dopo lui è finito in cella per avere corrotto il proprietario di un pub.
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