Il fidanzato di Cristina Mazzotti racconta la sera del sequestro, di cui fu testimone, per il podcast Anime Nere (ascolta qui)

Prima puntata Il racconto di Carlo Galli tocca la sua giovinezza e quella di Cristina, l’estate del 1975, tra ristoranti e serate sotto le stelle, fino ad arrivare alla notte fatidica. «Inizialmente pensavo fosse una rapina, poi hanno chiesto chi fosse Cristina e tutto è diventato chiaro». Terza stagione del podcast

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Ascolta "Il sequestro di Cristina Mazzotti - Una sera come tante" su Spreaker.

Un podcast per raccontare il sequestro, la prigionia e la morte di Cristina Mazzotti, la prima donna rapita dalla ‘ndrangheta in Lombardia nella notte fra il 30 giugno e il primo luglio 1975 a pochi passi dalla sua villa di Eupilio. La terza stagione di “Anime nere”, a cura di Martina Toppi e Luca Meneghel, è disponibile qui e sulle principali piattaforme streaming (Spotify, Amazon Music, Google Podcast e Spreaker).

L’episodio iniziale, incentrato sulla figura della giovane Cristina e sulla dinamica del sequestro, contiene un’intervista a Carlo Galli, il suo fidanzato dell’epoca. Quella notte Galli era al volante di una Mini Minor su cui viaggiava insieme a Cristina e all’amica Emanuela Luisari. Arrivato a pochi metri dal cancello di Villa Mazzotti a Eupilio, fu costretto a fermarsi a fronte dell’auto dei rapitori che gli sbarrava la strada. «Il momento del sequestro - racconta Galli - è stato vissuto non capendo bene cosa stava succedendo, almeno da parte mia. Io guidavo l’auto di mia sorella perché la mia era rotta e in un primo momento ho pensato fosse una rapina, mi sono detto: “Bene, diamogli quello che chiedono”. Poi quando ci hanno fatti sedere dietro e ci hanno portati via abbiamo capito che si trattava di un sequestro».

La terza stagione di “Anime Nere”, che proseguirà con altre quattro puntate, parte a pochi giorni di distanza dalla morte di Carla Airoldi Mazzotti, la mamma di Cristina, scomparsa all’età di 97 anni. Il funerale si è tenuto sabato a Eupilio, ora Carla riposa insieme al marito Elios e alla figlia nel cimitero di Galliano. Nei mesi di luglio e agosto del 1975, i coniugi Mazzotti tentarono l’impossibile per riportare a casa Cristina sana e salva.

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