Ambiente
Domenica 31 Luglio 2011
Attenti a respirare lo smog:
corrode il cervello e l'umore
Una serie di ricerche dimostrano come anche la materia grigia sia intaccata dall'inquinamento atmosferico delle città. Danneggiati diversi "sensori" interni e pesanti perfino le ricadute sull'umore. Altri danni si sono riscontrati, con ricerche in Lonmbardia, sui circuiti sanguigni
A scoprirlo l'equipe di Laura Fonken della Ohio State University presso Columbus. La ricerca, condotta su topolini, è stata pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry. Gli esperti non si sono limitati a riscontrare la riduzione delle performance cognitive e mnemoniche di topolini esposti allo smog, ma hanno anche osservato il loro cervello riscontrando danni proprio a livello di una "centralina" chiave per memoria e apprendimento, l'ippocampo.
L'inquinamento urbano è un nemico certo della salute umana, basti pensare che, secondo una ricerca epidemiologica pubblicata sulla rivista Lancet, l'aria inquinata e l'esposizione al traffico favoriscono attacchi cardiaci con un forte aumento di rischio a livello di popolazione. La proporzione degli infarti causati dall'inquinamento è molto simile a quella di altri noti fattori di rischio come lo sforzo fisico, il caffè, l'alcol, le droghe.
E, se ciò non bastasse, un'altra ricerca mostra che l'inquinamento delle nostre città mette in serio rischio il corretto funzionamento dei vasi sanguigni, aumentando quasi del 70%, per ogni aumento di 10 microgrammi di particolato per metro quadro, le probabilità di avere trombi (ostruzioni) nei vasi delle gambe. La scoperta, riportata sugli Archives of Internal Medicine, è dell'italiano Andrea Baccarelli della Harvard School of Public Health di Boston, che ha eseguito lo studio su un campione italiano di individui abitanti in Lombardia.
Altri ricercatori hanno tracciato un filo che unisce smog e problemi cardiovascolari: secondo i loro studi lo smog fa male al cuore in quanto attiva deleteri processi infiammatori nel nostro organismo. Lo studio Usa mostra che questi stessi processi infiammatori smog-indotti potrebbero far male anche al cervello.
I ricercatori hanno studiato due gruppi di topolini lasciandoli vivere per 10 mesi (la metà della vita media di un topo) rispettivamente in un ambiente inquinato che ricalca i livelli di inquinamento tipici di un centro urbano, e in un ambiente con aria pura filtrata. Dopo i 10 mesi i topolini sono stati sottoposti ad una serie di test cognitivi e mnemonici ed è emerso che quelli esposti allo smog (particolato fine) hanno defaillance mnemoniche e di apprendimento, inoltre assumono atteggiamenti che denunciano un problema dell'umore.
Gli esperti hanno controllato l'ippocampo dei "topolini di città" e trovato alterazioni a livello dell'ippocampo, alterazioni che ricalcano, guarda caso, proprio quelle tipicamente associate a deficit di apprendimento e disturbi dell'umore. I topolini che hanno vissuto all'aria pura non evidenziano nulla di tutto ciò; è possibile, concludono gli esperti, che processi infiammatori sistemici smog-dipendenti vadano anche a disturbare il cervello "intossicando" le cellule di un'area neurale strategica quale appunto l'ippocampo.
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