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Martedì 19 Aprile 2011
Autonomia Comasca a Cantù
Accordo vicino con Lavori in corso
Il gruppo si è presentato a Cantù e si propone per le amministrative, del prossimo anno, con l'ipotesi di un accordo con la lista civica di Bizzozero: «C'è la disponibilità - spiega Paolo Frigerio - a stringere alleanze con quelle forze che già in passato hanno dimostrato voglia di voltare pagina»
E all'ombra di San Paolo pare ormai cosa fatta l'accordo con Lavori in corso. Perché «c'è la disponibilità - ribadiva Paolo Frigerio, esponente canturino degli autonomisti - a stringere alleanze con quelle forze che già in passato hanno dimostrato capacità di aggregazione sul territorio per creare le condizioni per poter davvero voltare pagina. E Claudio Bizzozero ha dato prova di essere il più grosso coalizzatore del dissenso che serpeggia nell'elettorato cittadino». Parole rivolte allo stesso capogruppo della civica, seduto in prima fila e che già nelle settimane scorse ha chiuso la porta definitivamente ad alleanze con i partiti tradizionali, ritenuti alla fine della propria corsa. «Se son rose fioriranno – s'è augurato Bizzozero, quasi un invito a rompere gli indugi – e sono convinto che potranno fiorire a partire da Cantù». Sala gremita e da pubblico parecchio eterogeneo per ascoltare le parole dei fuoriusciti dal Pdl – Achille Mojoli, Mario Pozzi, Roberto Cigardi e sul finale arriva anche il capogruppo Giancarlo Galli – e riaffermare con orgoglio la propria scelta. E, in questo caso, l'orgoglio canturino. Perché, ha sottolineato Paolo Frigerio, Cantù è seconda città della provincia, vanta eccellenze economiche e sportive «l'iniziativa non ci manca. Solo a livello politico non contiamo niente, e il nostro territorio è buono solo per raccogliere voti e finanziamenti». Per questo la tangenziale di Cantù, nei piani di Villa Saporiti, è una traccia lontana. Parole dure soprattutto verso il Pdl «che non ha mai preso una posizione sui temi basilari della città» e, patendo scelte calate dall'alto «quando c'è da decidere siamo esclusi». Cantù terra di conquista elettorale e nulla più, insomma, «considerata solo una delle tante pedine sulla scacchiera», dove ogni decisione «viene subordinata a una logica di spartizione che svilisce la nostra città a mera merce di scambio». Da qui l'invito a tornare a «una politica vicina alle gente, vicina alle esigenze della realtà», e per attuarla occorrono «uomini di buona volontà, gente che conosca bene il territorio perché lo vive all'interno». L'appello agli scontenti è stato lanciato.
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