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Venerdì 01 Febbraio 2013
Aveva al collo una sciarpa vietata
Supermulta alla frontiera svizzera
Disavventura per un giovane diretto a Saint Moritz: indossava una sciarpa, avuta in regalo anni prima, in lana di antilope tibetana, specie protetta. ma i doganieri elvetici sono stati inflessibili
Il giovane ha spiegato con semplicità e un po' stupito che era un regalo proveniente dall'India che gli aveva fatto la sua ragazza tre anni fa. I doganieri però l'hanno toccata e gli hanno chiesto perchè non avesse un'etichetta e se per caso fosse di shahtoosh. Il giovane, ignaro di tutto e sapendo che era stata acquistata in un mercatino, ho detto che probabilmente era così.
A quel punto, sempre più stupito, ha appreso che lo shahtoosh è un cashmere pregiato che viene ricavato dalla barbetta delle antilopi tibetane, specie protetta e in via di estinzione. Tutta una serie di particolari che il malcapitato non sapeva e che ha saputo subito dopo.
Così come ha imparato anche che in Europa i prodotti derivati da questa barbetta sono banditi.
Il guaio però era solo all'inizio perché i curiosi e inflessibili doganieri elvetici hanno preso la sciarpa per qualche minuto, l'hanno misurata e fatta passare attraverso un anello (La parola shahtoosh è di origine tibetana e significa "fatto dalla natura per il re". Lo shahtoosh è talmente fine che una stola fatta di questa lana potrebbe passare attraverso ad un anello, da ciò deriva anche un altro nome:"stola dell'anello") , dopodichè gli hanno mostrato un opuscolo con la lista dei prodotti vietati.
Pedr sua sfortuna tra tutti i prodotti indicati, lo shahtoosh era quello dalla sanzione più pesante: 3.500 franchi. Oltre a notificargli la multa, i doganieri gli hanno detto che con altri 700 franchi avrebbe potuto chiedere la perizia del prodotto: 4.200 franchi svizzeri (circa 3.500 euro) per una sciarpa ricevuta in regalo.
Da ricordare che in Italia le sciarpe di shahtoosh si trovano solo di contrabbando e si pagano fino a 10.000 euro l'una.
Questo era un caso diverso, tanto che il giovane cremonese ha cercato di spiegare di essere in buona fede, ma gli impassibili doganieri svizzeri non hanno voluto sentire ragioni. E ha dovuto pagare.
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