Basta code per le case di riposo
Anziani a casa per la crisi

Negli ultimi tre anni le liste d’ingresso delle residenze si sono accorciate del 20%

Ca’ Industria: «La Regione taglia i fondi, così le rette restano alte per chi non ha soldi»

Negli ultimi tre anni le liste d’attesa nelle Rsa, residenze sanitarie assistenziali, cioè delle case di riposo della provincia di Como si sono accorciate del 20%.

E, ad oggi, in dieci strutture, delle 52 presenti in provincia, non risulta alcun anziano in lista d’attesa.

«Sintomo della crisi - commentano dall’Asl - che ha ridotto le domande, facendo scendere a 1.376 gli anziani in lista, tenuto conto che, però, uno stesso nonno può risultare iscritto in due o più case di cura. Inoltre, quando l’anziano viene chiamato - precisano - sono sempre più numerose le famiglie che rifiutano e posticipano l’entrata in Rsa fino a quando il congiunto non sarà più autosufficiente».

Marcata la forbice tra profit e no-profit. La Rsa più cara è la “Foscolo” di Guanzate (200 euro al giorno la retta massima), seguita dalla “Carducci” di Guanzate (retta massima: 156 euro al giorno) dalla “Pascoli” di Montorfano (retta massima: 129 euro al giorno) e dalla “Ca’ D’Industria” di Como (retta massima: 119,40 euro al giorno).

Più “economiche” sono, invece, la Fondazione Greco de Vecchi di Bellagio (si va dai 40,70 ai 93,33 euro al giorno), la Tre Torri di Olgiate Comasco (dai 46 ai 67 euro al giorno), la Garibaldi Pogliani di Cantù e Capiago (dai 49 ai 58 euro al giorno) e la Fondazione Anna Borletti di Arosio (dai 50 ai 51 euro al giorno).

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