Alcuni amministratori pubblici si dicono contrari a festeggiare il 150esimo dell'Unità d'Italia in quanto, a loro dire, questa non sarebbe un dogma e, in seconda analisi, mancherebbero i fondi per i festeggiamenti. Queste meschinità possono facilmente venire confutate in quanto se per dogma si intende quello religioso non spetta a loro il giudizio; se lo si utilizza in senso estensivo, l'Unità è un dogma in quanto codificato non solo il 17 marzo di 150 anni or sono ma soprattutto da una millenaria cultura che ha fornito al mondo esempi elevatissimi tra i quali Dante, Leonardo, Galileo, Giovanni XXIII, l'antifascismo e così via. E' l'italianità che non può venire messa in discussione da gente che vaneggia nuovi stati che, si badi bene, hanno creato sommovimenti tellurici al famedio del cimitero monumentale di Milano ove il povero Carlo Cattaneo si rivolta, utilizzato per spiegare princìpi che mai nella sua illuminata esistenza si è sognato di enunciare. Qualora, comunque, qualcuno continui a reputare logico involversi in ragionamenti perversi, lo faccia ma di fronte a se stesso e ai suoi adepti. Si ricordi, però, che è stato chiamato ad amministrare e non a condurre i propri e gli altrui elettori. Si ricordi, in particolare, che nella migliore delle ipotesi, non è stato scelto dal 60% (e spesso il 70-75%) degli aventi diritto al voto e che, a questi, deve rispetto. Il rispetto è alla base della convivenza. Questo principio vale anche per il presidente della provincia di Bolzano che molte ragioni sociali in più ha dei nostri amministratori. L'Unità, il Risorgimento sono stati fonte di innumerevoli ingiustizie e contraddizioni. Gli errori, però, non devono servire per commetterne altri.
Riccardo Clerici
Il punto è proprio e anche questo: non aggiungere errore a errore. Se dovessimo sminuire, fino a non riconoscerle, le istituzioni che hanno sbagliato, non avremmo più istituzioni. Non avremmo più punti di riferimento. Non avremmo più uno Stato. Credo che a un simile obiettivo non punti neppure chi tiene in pessima considerazione il nostro Stato, poiché non è detentore d'alternative vere e praticabili. Un conto è verificare i difetti dello Stato e lavorare per correggerli, un altro è prenderli a pretesto per un propagandismo fine a se stesso. Inutile, dannoso, ridicolo. Sarebbe ora di piantarla con tutti i distinguo sull'Unità. Per rispetto verso se stessi, prima che verso l'Unità. Il mondo ci sta ridendo dietro a causa delle ragioni ben note, è inopportuno (o no?) che ci rida dietro a causa di ragioni ulteriori e altrettanto conosciute.
Max Lodi
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