Con le elezioni e la politica abbiamo la possibilità di delegare qualcuno alle nostre dipendenze per cinque anni. Possiamo controllarlo, manifestare le differenze, rendere pubbliche le truffe e, per questa via, ottenerne le premature dimissioni. Eppure qualcuno continua a sostenere che non possiamo farci niente se questi dipendenti sono incapaci e rubano peggio della banda bassotti. E si giustificano con argomenti decisamente più ameni di un fumetto. L'Italia produce sempre più, dicono al Governo. La produttività totale, invece, si è arrestata fin dal 1998. Ovviamente la Lega che campa sulle false promesse e sullo sperpero di denaro anche del Nord per favorire altri (Alitalia, Comune di Catania, Roma, Fiat, Banche, Berlusconi e…) in cambio per giunta di nulla di concreto per i cittadini del Nord, non ha interesswe, però, a dirlo.
Gli italiani spendono (consumano), dicono al Governo. I consumi totali, invece, sono in caduta libera almeno da 3 anni.
Gli italiani pagano le tasse, dicono al Governo.
La stima più aggiornata, fonte Krls Network of Business Ethics, valuta 156 miliardi/anno di evasione. 156 mld/anno equivalgono a più di 6 anni di manovre finanziarie da 25 mld/anno.
Con 156 mld/anno potremmo permetterci di andare in pensione prima, di pagare meglio le pensioni, di assicurare cure dignitose a tutti e contemporaneamente di ridurre il debito. Se volessimo annullare il debito, ci basterebbero 10 anni a zero evasione. Per un obiettivo meno estremo, se volessimo portarlo al 60%, cioè nei parametri del patto di stabilità, sarebbero sufficienti 5 anni. Ok! Facciamo così: il debito al 60% in dieci anni e riduciamo l'età pensionabile, miglioriamo la sanità e aumentiamo le pensioni con 88 mld/anno.
La Lega e questo Governo hanno approvato una manovra dove, invece, aumentano ancora le tasse, fanno calare la produttività, tolgono altri soldi ai cittadini, allungano i tempi per andare in pensione, peggiorano i servizi locali e si impegnano a recuperare dall'evasione di 156 miliardi/anno stimati, solo 8. Otto.
Com'era la domanda iniziale?
Paolo Trezzi
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