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Martedì 07 Aprile 2009
Beppino Englaro in città
«Chiedo libertà e rispetto»
Dopo la morte di Eluana ieri a Como: «Ho lottato, non avevo scelta»
Poi ricorda: «Lei avrebbe detto "No, grazie. È tutto". Francesca Dall’Osso era stata in classe cinque anni con Eluana e anche lei sapeva quello che voleva mia figlia». E ancora dice: «Eluana, nel Natale precedente, lo aveva messo nero su bianco. Aveva detto che il nucleo della famiglia Englaro si basava sul rispetto. A casa nostra avevamo affrontato diverse volte i temi della vita, della morte e della dignità». E sulla legge del testamento biologico, varata con l’obiettivo di non avere più un altro caso Eluana, Englaro dice: «Non ci devono essere altre Eluane perché nessuno costringere a vivere». Ecco perché continua a girare l’Italia e raccontare la sua esperienza.
Ieri a Como, accanto a papà Beppino c’era anche la curatrice speciale, l’avvocato Franca Alessio e il notaio lecchese Gian Franco Condò. «La legge sul testamento biologico approvata dal Senato - ha detto la curatrice speciale - è tutta sbagliata e non può essere emendata, ma è da cambiare radicalmente. Non bisogna dimenticare come è nata, in quella drammatica seduta. Un disegno di legge deve basarsi sul diritto e questo non tiene conto del fatto che sul caso Eluana sono stati seguiti tutti i gradi di giudizio».
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